Numeri sicuramente incoraggianti quelli delle ultime edizioni di Ecomondo (25^) e Key Energy (15^) che chiudono i battenti con un +41% di presenze rispetto al 2021, registrando anche una forte crescita anche sul 2019. Sull’onda di circa 1.400 aziende partecipanti (quelle estere sono raddoppiate in un solo anno), la fiera di Rimini è stata vetrina ideale per le più recenti tecnologie riguardanti la filiera delle rinnovabili e della green economy: bio-economia circolare, gestione e valorizzazione dei rifiuti e delle acque reflue, rigenerazione dei suoli e dei mari e crescita blu sostenibile e rischio idrogeologico, settore del solare, fotovoltaico e sistemi di accumulo, eolico on shore e off shore, efficientamento energetico nell’industria e negli edifici, città sostenibili e mobilità elettrica. Tra i padiglioni della fiera non poteva mancare uno spazio dedicato all’idrogeno. La Hydrogen Vision Area del Key Energy (che dal prossimo anno si staccherà da Ecomondo diventando autonomo) ospitava infatti importanti realtà, italiane e non, che per quattro giorni sono state portavoce di una filiera in crescita e di vitale importanza per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica e decarbonizzazione fissati dall’Unione Europea. Tra queste, Danfoss, Techfem, Yokogawa Italia, Enphos, ErreDue, Ilt Energia, Enereco, NextChem e McPhy hanno partecipato agli interessanti talk organizzati da H2IT – Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile ed ENEA, affrontando le tematiche più attuali relative all’intera catena del valore dell’idrogeno: dalle nuove tecnologie per la produzione, lo stoccaggio e distribuzione dell’idrogeno (quello verde in primis), alle soluzioni per accelerare l’abbattimento delle emissioni di CO2 nei settori hard-to-abate come quello del trasporto pesante.
Dei 160 eventi collaterali di questo Ecomondo/Key Energy, Hydrogen-news ha avuto il piacere di presenziare a quello organizzato da H2IT, ANIE ed ENEA dal tema “La sfida dell’idrogeno:quali opportunità per la filiera industriale italiana e quali le iniziative promosse dalla strategia energetica del Paese”, il quale, ha richiamato in sala un grande numero di spettatori.
Sul palco, player di livello internazionale come Ansaldo Green Tech, Gruppo Sapio, Fincantieri, NextChem, Alstom e Smartenergy hanno fatto il punto della situazione riguardo gli investimenti europei (vedi iniziative come IPCEI) e i loro progetti in via di sviluppo. Presente ma anche futuro. Il convegno, infatti, è stato anche occasione per discutere sugli effetti positivi che una filiera dell’idrogeno forte porterebbe nell’economia (e non solo) del nostro paese. A tal proposito, moderate da Antonino Aricò, Direttore ITAE, Istituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia – CNR, sono intervenute realtà leader come Bosh Italy, Friem, Spesso Gaskets, CTS h2 ed Arco FC. Una tavola rotonda molto interessante, che ha messo in luce una filiera con grandissime potenzialità ma ancora troppo “giovane”. Cosa manca dunque all’idrogeno? O meglio, cosa occorre per far sì che in Italia (e non solo, pare) nasca una filiera energetica competitiva, in grado di non farci (ri)cadere negli stessi errori passati che ora piombano addosso a imprese e famiglie? L’idrogeno verde si può produrre “in casa” e rappresenta un valido aiuto per l’economia nazionale, non essendo necessario importarlo da paesi esteri (a differenza di altre fonti energetiche).
Per rispondere a queste domande, vogliamo riportare il discorso di apertura di Alberto Dossi, Presidente del Gruppo Sapio e di H2IT, associazione che negli ultimi anni ha visto crescere in maniera esponenziale i propri membri, collaborando con Enti, associazioni e Ministeri per lo sviluppo dell’idrogeno nel nostro paese: “Devo sottolineare la mancanza di un quadro di mercato che permetta all’idrogeno di svilupparsi in Italia e in Europa, cosa sulla quale altri paesi si stanno muovendo. Gli USA con la firma del presidente Biden del “Inflation Reduction Act” hanno posto forti basi per lo sviluppo del mercato dell’idrogeno. Viene infatti stabilito un credito d’imposta per la produzione d’idrogeno, per sostenere gli usa nel mercato dei carburanti alternativi a zero emissioni. Si parla già dello sviluppo di un mercato potenziale di altissimo valore, rispetto al quale, pare, l’Europa torni ad arrancare. Si parla di riposizionamenti di asset importanti di mercato dall’Europa agli USA. Oggi io sostengo con forza questa priorità, lo sviluppo di un mercato per poter impiegare, utilizzare l’idrogeno in Europa in tempi rapidi e siamo già in ritardo. Ci vuole per questo una forte volontà politica. Ben vengano le progettualità che si stanno finanziando, le Hydrogen Valley, la ricerca, le nuove tecnologie, le stazioni di rifornimento ma senza un mercato di rifornimento ci rincontreremo ad una nuova edizione raccontandoci la stessa storia e questo noi non lo vogliamo! L’H2IT di cui sono presidente – ha concluso Dossi – raccoglie oggi un campione significativo degli attori protagonisti dello sviluppo del settore, con le grandi, le medie, le piccole aziende, le università, i centri di ricerca e sta continuando a crescere mostrando una filiera sempre più complessa e con altissime specializzazioni”.
Un evento di successo che ci fa meditare sul futuro. In conclusione, non facendo mancare i dovuti complimenti agli organizzatori, riportiamo alcune foto scattate in fiera e vi invitiamo a restare su Hydrogen-news.it per le ultime novità dal mondo dell’idrogeno. Questa settimana, dal 16 al 18 Novembre, saremo a Verona Fiere per la 17^ edizione di Oil&nonOil presso lo stand B44 – Pad. 4 di Mediapoint & Exhibitions.