Secondo un nuovo studio, l’impianto di Preem a Lysekil è molto adatto per un impianto di elettrolisi per la produzione di biocarburanti a idrogeno.
Le emissioni di anidride carbonica possono essere ridotte di almeno l’80% per l’idrogeno prodotto senza consumo di fonti fossili anziché con materie prime di origine fossile.
Verrà ora studiato un primo impianto da 50 MW. A gennaio, Preem e Vattenfall hanno avviato un’analisi strategica del ruolo che l’idrogeno derivato dall’elettrolisi, prodotto con elettricità senza fossili, può svolgere nella capacità di Preem di produrre biocarburanti su larga scala.
Proseguono i lavori per indagare su un primo impianto di elettrolisi da 50 MW presso la raffineria della Preem a Lysekil con l’ambizione di compiere il prossimo passo nella primavera del 2022. L’obiettivo di Preem di produrre circa 5 milioni di metri cubi di biocarburanti entro il 2030.
Questo può ridurre le emissioni dei trasporti fino a 12,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica, corrispondenti a circa il 20% delle emissioni totali della Svezia. Questa transizione produttiva richiede una fornitura di idrogeno su vasta scala, in cui l’installazione di uno o più elettrolizzatori può svolgere un ruolo importante.
La dimensione dell’impianto iniziale è governata dalla capacità di aumentare la produzione di biocarburanti e dalla capacità di estrarre più energia dalla rete elettrica, che incide su orari e costi. La tempistica in cui una struttura può essere installata dipende da diversi fattori, compreso il tempo necessario per il processo di valutazione ambientale.