Nato dalla collaborazione tra il consorzio ATENA, ENEA, Cantieri del Mediterraneo e le Università di Napoli e Salerno, lo “Yard Truck” è il primo mezzo a idrogeno ideato per la movimentazione delle merci pesanti nei porti europei.
Lo Yard Truck è stato sviluppato per abbattere le emissioni inquinanti in un settore (trasporto marittimo e logistica portuale) che, ogni anno, produce circa un miliardo di tonnellate di CO2, ovvero il 2,5% delle emissioni globali di anidride carbonica e il 13% delle emissioni dell’intero comparto europeo dei trasporti.
Viviana Cigolotti, ricercatrice del Laboratorio Accumulo di Energia, Batterie e tecnologie per la produzione e l’uso dell’Idrogeno e responsabile per ENEA, ha commentato: “Il mezzo a idrogeno che abbiamo contributo a sviluppare è dotato di un propulsore ibrido a celle a combustibile e di batterie litio-ioni, che consentiranno di svolgere le consuete operazioni di logistica portuale di carico e scarico delle merci dalle navi cargo. L’utilizzo dell’idrogeno garantirà una buona autonomia operativa, tempi di rifornimento brevi, bassi costi di manutenzione e soprattutto zero emissioni – spiega Cigolotti – In termini di emissioni evitate, i ricercatori dell’ENEA hanno calcolato che i trattori che lavorano per scaricare le navi (ognuna delle quali richiede una flotta di 6 trattori), in un terminal portuale di medie dimensioni, lavorano per circa 19.800 ore all’anno, consumando circa 188.000 Litri/anno di diesel. Tenuto conto che gli yard truck ‘tradizionali’ emettono circa 2,67 chilogrammi di anidride carbonica per litro di carburante e 0,028 chilogrammi di ossidi di azoto per litro di carburante, con l’utilizzo di flotte a idrogeno, verrebbero evitate circa 501 tonnellate/anno di CO2 e 5 tonnellate/anno di NOx”.
Il motore elettrico di questo trattore portuale è stato studiato appositamente per attività che richiedono alte potenze ed è in grado di ricevere energia per la trazione sia dalla cella a combustibile sia dalla batteria, la quale, può essere caricata durante la frenata o le decelerazioni. Il sistema operativo vanta un a capacità di 12 chilogrammi di idrogeno, che garantiscono 6 ore di funzionamento continuo.
“Una riprogettazione in chiave green di questi veicoli rappresenta una soluzione promettente per la decarbonizzazione del settore portuale che dà lavoro a oltre 2 milioni di persone in Europa, se consideriamo anche l’indotto, e contribuisce con oltre 50 miliardi di euro al PIL europeo. E tra tutte le possibili tecnologie energetiche pulite, la più promettente è rappresentata dall’idrogeno e dalle celle a combustibile, grazie alla loro scalabilità, flessibilità e all’alta efficienza che gli conferiscono un elevato potenziale, soprattutto in accoppiata a dispositivi di accumulo di energia come le batterie agli ioni di litio”, conclude Cigolotti.
Lo Yard Truck verrà testato per la prima volta nello scalo portuale di Valencia, in Spagna, da Grimaldi Group nel proprio Terminal Europa, come parte del progetto europeo “H2 Ports” (del valore complessivo di 4 milioni di euro).
Qui, uno dei partner del progetto, Centro Nacional del Hidrógeno, ha installato un stazione a idrogeno per il rifornimento dello Yard Truck e del prototipo di un nuovo carrello elevatore a idrogeno chiamato “Reach Stacker”.
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