Industrie De Nora, il gruppo italiano attivo nella progettazione, produzione e fornitura di tecnologie elettrochimiche e per il trattamento delle acque, torna ad accarezzare l’ipotesi dell’ipo a Piazza Affari. Lo scrive Il Sole 24 Ore, precisando che l’opzione sarebbe in corso di discussione e non sarebbero state ancora arruolate le banche global coordinator. L’ipo potrebbe prevedere una parte di aumento di capitale per finanziare ulteriormente lo sviluppo delle attività nell’idrogeno.
L’idea della quotazione era già stata sul tavolo a fine 2015, prima che la proprietà decidesse invece di far entrare nel capitale il fondo Blackstone Tactical Opportunities con una quota di circa il 33% nell’aprile 2017. Il valore del deal allora non era stato reso noto, ma nei mesi precedenti, quando ancora De Nora pensava alla quotazione in Borsa, si era parlato di un enterprise value di circa 900 milioni. Oggi il valore del gruppo è ben maggiore. Ricordiamo, infatti, che nel novembre 2020 Snam ha annunciato l’acquisizione del 33% del capitale di Industrie De Nora, rilevandolo da Blackstone in un’operazione che ha valutato l’intero gruppo De Nora 1,2 miliardi di euro.
De Nora nel 2020 ha generato ricavi per circa 500 milioni (60% negli elettrodi, 40% nel trattamento acque), con un EBITDA di 80,6 milioni e in crescita media (CAGR) dell’8% negli ultimi tre anni; indebitamento finanziario netto di circa 100 milioni.
Proprio in occasione dell’operazione con Snam, il CEO Paolo Dellachà aveva dichiarato: “Eravamo quotabili allora e siamo quotabili adesso. Ma se vogliamo fare una quotazione stellare, dobbiamo aspettare ancora un po’ per poter capitalizzare lo sviluppo del business dell’idrogeno e dimostrare che siamo unici ad avere portafogli ordini consistenti”.
Fondato nel 1923 da Oronzo De Nora e tuttora controllato dalla famiglia De Nora, oggi il gruppo è leader mondiale nella fornitura di elettrodi per processi elettrochimici (industria cloro-soda, trattamenti galvanici, elettronica, elettroclorazione, prevenzione elettrochimica della corrosione, stoccaggio di energia da fonti rinnovabili e componenti per fuel cells) ed è tra i primi protagonisti nelle tecnologie e processi per la filtrazione e disinfezione delle acque (potabilizzazione, trattamento acque di processo, reflui industriali e civili, trattamento acque di zavorra).
La società ha lanciato in particolare una nuova generazione di elettrodi, essenziali per accrescere le performance e la competitività dell’idrogeno prodotto attraverso elettrolisi alcalina, rendendo sempre più competitiva in termini economici la produzione di idrogeno tramite elettrolisi dell’acqua. In sinergia con il business degli elettrodi, De Nora detiene dal 2015 una partecipazione del 34% in ThyssenKrupp Uhde Chlorine Engineers (TKUCE), tra i leader mondiali nello sviluppo, assemblaggio e installazione di elettrolizzatori alcalini e nella produzione di cloro e soda caustica. La tecnologia degli elettrolizzatori alcalini di TKUCE è impiegata in diversi grandi progetti globali nell’idrogeno.
Il gruppo negli anni ha condotto un’importante strategia di crescita tramite acquisizioni. Tra le ultime, si ricorda quella dello scorso luglio della divisione UV Technologies di Calgon Carbon Corporation, che consiste nei prodotti, marchi e asset della controllata Hyde Marine, leader mondiale dei sistemi di gestione delle acque di zavorra, e dei brand per il trattamento delle acque municipali e industriali Rayox, Sentinel e C3 Series UV (si veda qui il comunicato stampa).
Lo scorso giugno, infine, il gruppo ha investito in Azul Energy, una startup giapponese specializzata nello sviluppo di materiali ad alte prestazioni e in prodotti a base di metalli non nobili, molto meno costosi dei metalli nobili utilizzati in genere per rivestimenti industriali come l’iridio, il rutenio e il rodio.