Ci sono a livello globale circa 28 impianti commerciali di cattura e stoccaggio dell’ anidride carbonica (CCUS), con una capacità totale di 40 Mtpa, ma che rappresentano solo lo 0,12% delle emissioni totali di CO2 legate all’energia.
Con riferimento allo scenario dove avviene la riduzione delle emissioni nette a zero entro il 2050 dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), il CCUS svolge un ruolo significativo in un’economia decarbonizzata. Per far fronte a questo obiettivo la sua capacità deve essere aumentata di 190 volte e fino a 7,6 Gtpa, secondo GlobalData, un’azienda leader nel settore.
Il 25 maggio 2021, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge bipartisan, il CATCH Act, per aumentare il credito per la cattura dell’anidride carbonica da 50 USD a 85 USD per tonnellata di CO2. Questa politica sarà un enorme fattore trainante per molte parti interessate del settore oil&gas lungo tutta la catena del valore, poiché il costo attuale per catturare il carbonio nella generazione dell’energia varia da 40 a 80 dollari USA per tonnellata di CO2. Questa e’ una considerazione essenziale, in quanto il settore energetico rappresenta circa i tre quarti delle emissioni totali di gas serra (GHG).
Secondo la IEA, le emissioni di CO2 hanno raggiunto un massimo di 33,5 Gtpa nel 2018 e si sono ridotte a 33,4 Gt nel 2019 e 31,5 nel 2020, principalmente a causa della crisi economica dovuta al Covid-19. Rispetto al livello di emissioni totali, la capacità CCUS è relativamente insignificante e l’accelerazione dell’implementazione delle strutture CCUS richiede uno sforzo collettivo da parte dei governi mondiali e dei leader del settore.
Steven Ho, Upstream Oil & Gas Analyst di GlobalData, commenta: “Durante il 2020 c’è stato un notevole aumento delle nuove strutture pianificate per la cattura e lo stoccaggio del carbonio. Questi aggiungerebbero fino a 72 Mtpa di capacità aggiuntiva entro il 2028. Molte delle strutture già in costruzione sono nel settore della generazione di energia. Nel 2020 rappresentano il 67% della capacità aggiuntiva. Per le centrali elettriche a carbone o combustibili fossili, l’adeguamento degli impianti esistenti è l’opzione più conveniente a breve termine, soprattutto nelle economie in crescita in Asia che sono ancora fortemente dipendenti dai combustibili fossili e dal carbone. Si prevede inoltre che entro il 2025 verrà sviluppata commercialmente ulteriore capacità CCS nelle industrie di produzione chimica e di produzione di idrogeno, aggiungendo rispettivamente circa 14 Mtpa e 5,4 Mtpa di capacità di cattura del carbonio”.
Un aumento della domanda futura di idrogeno è anche un incentivo per la capacità aggiuntiva di CCS. L’aggiunta di CCS al processo di steam reforming del metano ha attualmente un costo economico inferiore rispetto, ad esempio, alla produzione di idrogeno mediante l’ elettrolisi utilizzando elettricità rinnovabile.