Grande successo personal del Presidente Draghi e dell’ Italia come Paese organizzatore. Ma il risultato e’ solo parzialmente positivo.
Il G20 non è il consesso internazionale principale per prendere decisioni vincolanti sul clima e sugli impegni dei singoli stati. Ma si è tenuto proprio appena prima della COP26, dove invece queste decisioni andrebbero prese. L’auspicio era che il Summit di Roma creasse quel consenso politico tra i 20 grandi del mondo (responsabili di circa l’80% di emissioni, vedi figura) che rendesse più facile i lavori della COP.
Purtroppo l’obiettivo sembra centrato solo parzialmente. Cina e India hanno ribadito che i primi responsabili del surriscaldamento globale sono le economie mature, visto che buona parte dello stock di CO2 accumulato nell’atmosfera lo si deve a loro. Cosa in effetti indiscutibile. Ma la Cina è ormai il primo paese al mondo per emissioni (con emissioni pro-capite superiori a quelle della UE) e l’India il terzo.
Il comunicato finale contiene l’impegno da parte di tutti per contenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi C e di fare ulteriori sforzi per puntare a 1,5 gradi. Si afferma inoltre che bisogna fare di più nei prossimi 10 anni per raggiungere la neutralità ambientale entro metà secolo. Ma il comunicato non va molto oltre queste dichiarazioni.
Val la pena ricordare che secondo l’ultimo rapporto UNEP sulle emissioni globali (pubblicato pochissimi giorni fa) entro il 2030 bisognerebbe tagliare le emissioni del 30% per raggiungere l’obiettivo dei 2 gradi e del 55% per raggiungere l’obiettivo di 1,5 gradi (ad oggi il taglio delle emissioni si ferma invece al 7,5%).
Servirebbe peraltro un contributo significativo anche da parte dei paesi in via di sviluppo e a più rapida crescita demografica. Fornire risorse e tecnologie a questi paesi è al riguardo fondamentale. Il G20 si è impegnato a dare 100 miliardi di dollari all’anno fino al 2025, ma rimane da vedere se poi questi fondi verranno effettivamente elargiti.
Alcuni passi avanti quindi in vista di COP26 ma rimangono molte le resistenze dentro il G20 dove siedono sia i principali esportatori di idrocarburi sia i principali consumatori.
Alla fine, il Presidente Draghi ha detto con molta onestà e realismo che ‘dobbiamo andare avanti’ ma ricordandosi che ‘gli impegni presi non sono vincolanti’.