Lo si legge nella memoria che ARERA – Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente – ha depositato per la 10a Commissione Industria, commercio, turismo, 5a Bilancio e 14a Politiche dell’Unione europea del Senato
12 marzo, 2021
La Redazione
L’applicazione dell’idrogeno verde su scala industriale, se gestita in maniera non efficiente, potrebbe rischiare, almeno nel breve-medio periodo, di distrarre le risorse destinate alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili dall’obiettivo di decarbonizzazione del sistema elettrico. È quanto si legge nella memoria che ARERA ha depositato presso le Commissioni Industria, Bilancio e Politiche dell’Unione europea del Senato in relazione al Pnrr.
Costa meno il sequestro della CO2
Secondo ARERA, in questa fase sarebbe opportuno che “le energie rinnovabili siano valorizzate attraverso il contributo diretto alla decarbonizzazione del sistema elettrico, valutando, in aggiunta, anche tecnologie alternative per la decarbonizzazione del settore dell’idrogeno, quali la cattura e il sequestro della CO2, impiegabili nel breve periodo a costi inferiori. Risulta, altresì, essenziale valutare la sostenibilità ambientale ed economica delle diverse tecnologie disponibili, in una logica imprescindibile di analisi costi-benefici”.
Coordinare lo sviluppo delle infrastrutture
ARERA sottolinea inoltre “l’esigenza che la pianificazione e il successivo sviluppo infrastrutturale dei diversi comparti della filiera energetica (produzione, accumulo, trasmissione, distribuzione, vendita e flessibilità della domanda) avvenga in modo coordinato, sia nei tempi sia nella scelta degli investimenti e della loro localizzazione, al fine di garantire il perseguimento degli obiettivi al minimo costo. Per esempio, in merito agli interventi e agli investimenti nelle energie rinnovabili, questa Autorità valuta prioritaria l’individuazione tempestiva delle cosiddette ‘aree idonee’ per lo sviluppo delle fonti rinnovabili”.