Il Consiglio Europeo ha presentato il RED II, l’aggiornamento della Direttiva sulle Energie Rinnovabili con cui saranno fissati gli obiettivi vincolanti per ridurre le emissioni di carbonio aumentando l’impiego delle rinnovabili all’interno degli stati membri.
Entro il 2035, l’idrogeno prodotto da elettrolisi che sarà usato nelle industrie hard to abate (come le acciaierie o raffinerie) salirà al 60%, rispetto al 42.5% previsto entro il 2030.
Nel corso delle ultime settimane, la revisione aveva subito dei rallentamenti a causa dello scontro tra i ministri del Consiglio riguardo un’esenzione che consentirebbe alla Francia di tagliare l’obiettivo utilizzando idrogeno rosa di derivazione nucleare.
Lo scorso Marzo, una bozza concordata dalla Commissione europea e dal Consiglio europeo includeva uno sconto del 20% sull’obiettivo principale se la quota di idrogeno da combustibili fossili consumati negli stati membri non fosse superiore al 23% nel 2030 e al 20% nel 2035 – favorendo così la Francia che nei prossimi anni prevede di produrre grandi quantità di idrogeno da energia nucleare.
L’esenzione è stata mantenuta nell’accordo finale con grande soddisfazione da parte del governo Francese.
La revisione comprende anche obiettivi vincolanti per i trasporti, con una quota di rinnovabili nel consumo finale di energia di almeno il 29% entro il 2030, o una riduzione dell’intensità dei gas a effetto serra di almeno il 14,5 %, sempre entro il 2030.
Almeno l’1% di tutto il carburante fornito al settore dei trasporti deve essere costituito da biocarburanti o dai cosiddetti carburanti rinnovabili di origine non biologica (RFNBO).
L’accordo finale stabilisce inoltre che l’1,2% dei carburanti per il trasporto marittimo forniti dai porti dell’UE nel 2030 deve essere costituito da RFNBO. Un obiettivo simile per l’aviazione è stato preso in considerazione come parte dell’iniziativa separata ReFuel EU.
E una volta che la RED II sarà in vigore, gli Stati membri avranno 18 mesi per aggiornare le loro leggi e regolamenti nazionali per conformarsi a queste nuove regole, il che significa che potrebbero passare altri due anni prima che entrino in vigore.