Leader globale nel settore HVAC+R (Heating, Ventilation, Air Conditioning and Refrigeration), Rinnai presenta il primo scaldabagno domestico al mondo al 100% idrogeno verde, compiendo così un importante passo avanti nel proprio percorso verso la neutralità carbonica entro il 2050.
“Siamo leader nella gestione della combustione. Lo facciamo molto bene da oltre 100 anni – ha dichiarato l’Ing. Stefano Zaniboni, Managing Director di Rinnai Italia, filiale della Giapponese Rinnai Corp. – L’R&D ha applicato il nostro know-how al nuovo vettore energetico con ottimi risultati”.
La realizzazione dello scaldabagno si è dimostrata una vera e propria sfida, che Rinnai ha raccolto con coraggio e intraprendenza: “Abbiamo trovato le soluzione tecniche alle criticità di trattamento dell’idrogeno”, ha spiegato l’Ing. Stefano Zaniboni.
Una delle problematiche principali riguardava l’elevata temperatura dovuta dalla concentrazione di CO2 in eccesso (che grazie alla combustione dell’idrogeno non si diffonde in atmosfera) e la conseguente immissione di NOx; problema risolto mediante la Lean Combustion.
Se da una parte l’idrogeno permette di estendere i limiti di infiammabilità, dall’altra l’estrema diffusione in massa della sua molecola, genera instabilità; Rinnai ha risolto il problema adottando una nuova geometria della camera di combustione.
Il prodotto finale racchiude in se tecnologie innovative, frutto della comprovata esperienza dell’azienda nel settore, come il sensore UV per la rilevazione della fiamma dell’idrogeno, incolore e incapace di generare corrente di ionizzazione.
Parte fondamentale di qualsiasi scaldabagno è il bruciatore. Quello progettato da Rinnai è in grado di replicare il range di funzionamento di uno scaldabagno standard a metano, garantendo alte prestazioni (anche in basse potenze) e comfort di utilizzo in presenza di basse portate o salti termici.
Il bruciatore è composto da due layer, di cui uno metallico dal pattern longitudinale e uno in acciaio sinterizzato flame retardant. Insieme formano un tappeto di fiamma in grado di superare l’infragilimento a cui sono sottoposti i metalli a contatto con l’idrogeno.
Anche l’apparato di miscelazione presenta delle novità: un ventilatore spinge l’aria all’interno della camera di combustione che, riducendo nelle dimensioni, garantisce la riduzione del gas immagazzinato e la conseguente eliminazione del rischio di esplosione, anche in caso di ritorno di fiamma (controllata in ogni caso da un apposito sensore TC). In aggiunta vi è un sofisticato meccanismo di Flame Trap, funzionante anche alle basse portate.
“Siamo pronti a partire anche in Europa, – commenta l’Ing. Stefano Zaniboni – accelerando l’avvio della mass production e lanciando un segnale forte alla filiera alle Istituzioni: la tecnologia c’è, i produttori ci sono, è tempo di investire nella produzione di questa risorsa verde per creare un ambiente più sano per tutti noi”.