Equinor ha rivelato la sua strategia per accelerare la propria transizione energetica, descrivendo in dettaglio come a seguito della riduzione della domanda produrrà meno petrolio e gas, mentre aumenterà in modo significativo gli investimenti in energie rinnovabili e soluzioni a basse emissioni di carbonio.
Da quando ha cambiato nome nel 2018, Equinor ha lavorato per trasformarsi da gigante del petrolio e del gas in una società ad ampio spettro energetico. Equinor ha affermato che sta anche uscendo dalle attività non convenzionali dando la priorità ai progetti offshore. Prevede di investire 23 miliardi di dollari in energie rinnovabili dal 2021 al 2026.
Anche un’altra major energetica si è recentemente impegnata ad accelerare i suoi sforzi per la transizione energetica. Vale a dire, a seguito di una recente sentenza di un tribunale olandese, Shell ha affermato che adotterà alcune misure “audaci ma misurate” per accelerare la riduzione delle emissioni di carbonio dalle sue operazioni.
Equinor ha fissato una chiara ambizione di diventare una società a energia ‘net zero’ entro il 2050, comprese le emissioni dalla produzione e dai consumi finali dell’energia che produce. Oggi, Equinor chiarisce anche le proprie ambizioni nel periodo intermedio, con l’obiettivo di ridurre l’intensità netta delle emissioni di carbonio del 20% entro il 2030 e del 40% entro il 2035.
Secondo Equinor, il suo portafoglio di petrolio e gas può fornire un free cash flow al netto delle imposte e investimenti di 45 miliardi di dollari nel periodo dal 2021 al 2026. I nuovi progetti che entreranno in funzione entro il 2030 hanno un break-even in media inferiore a $ 35/bbl e un tempo di ammortamento inferiore a 2,5 anni.
Sulla piattaforma continentale norvegese, Equinor sta ottimizzando le sue operazioni per creare valore con un free cash flow medio annuo di circa $ 4,5 miliardi nel periodo 2021-2030.
Ulteriori miglioramenti al campo di Johan Sverdrup riducono il prezzo di break even per l’intero campo del 25% a 15 $/bbl.
A livello internazionale, Equinor sta concentrando il proprio portafoglio, abbandonando le posizioni gestite in attività non convenzionali, dando priorità alle operazioni offshore in cui l’azienda può utilizzare le proprie competenze chiave. Il portafoglio internazionale è destinato a fornire un forte flusso di cassa, diventare più robusto anche con prezzi del petrolio più bassi, con un significativo upside nel caso di prezzi più alti.
Equinor prevede piu’ investimenti nelle energie rinnovabili e un aumento della percentuale degli investimenti nelle energie rinnovabili e in soluzioni a basse emissioni di carbonio, da circa il 4% del totale nel 2020 a oltre il 50% entro il 2030. Equinor prevede di raggiungere entro il 2030 una capacità di produzione di energia rinnovabile di 12-16 GW.
Finora, Equinor ha ceduto asset per 2,3 miliardi di dollari, ha registrato una plusvalenza di 1,7 miliardi di dollari e prevede di ottenere dai progetti eolici offshore rendimenti azionari nominali compresi tra il 12 e il 16%, attraverso nuovi contratti nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
Per quel che riguarda le soluzioni a basse emissioni di carbonio, entro il 2035 l’ambizione di Equinor è di sviluppare la capacità di immagazzinare 15-30 mln t/a di CO2 e di fornire idrogeno pulito in 3-5 distretti industriali.