Una nuova serie di rapporti rilasciati dalla Banca Mondiale rivela che per raggiungere la decarbonizzazione l’ammoniaca e l’idrogeno saranno i migliori combustibili per il trasporto marittimo a zero emissioni
20 Aprile, 2021
La Redazione
Al momento, i due carburanti verdi sono i “più promettenti” combustibili bunker a zero emissioni di carbonio nel settore dei trasporti marittimi.
D’altra parte, è probabile che il gas naturale liquefatto (GNL) svolga “un ruolo limitato” nella decarbonizzazione del settore marittimo, secondo il primo rapporto della serie, “Volume 1: The Potential of Zero-Carbon Bunker Fuels in Developing Countries”.
L’analisi conclude che l’ammoniaca verde, seguita da vicino dall’idrogeno verde, raggiunge l’equilibrio più vantaggioso di caratteristiche favorevoli, tra una gamma di combustibili diversi per il trasporto marittimo a zero emissioni di carbonio. L’ analisi ha incluso biocarburanti, idrogeno, ammoniaca e vari combustibili sintetici a base di carbonio ed ha considerato tutto il ciclo di vita dei combustibili, i fattori ambientali, la fattibilità economica e le implicazioni tecniche e di sicurezza del loro utilizzo.
Inoltre, i combustibili a base di ammoniaca o idrogeno hanno il vantaggio di poter essere prodotti attraverso percorsi molteplici, in quanto possono essere prodotti sia da elettricità rinnovabile che da gas naturale, con le conseguenti emissioni di carbonio eventualmente catturate e immagazzinate in modo sicuro nel sottosuolo. Questi percorsi molteplici di produzione forniscono un importante vantaggio strategico nella misura nella quale aiutano ad alleviare alcune preoccupazioni sui limiti di capacità iniziali e sui problemi tecnologici.
Il rapporto afferma inoltre che, ove possibile, potrebbe rivelarsi economicamente vantaggioso avviare la produzione di questi combustibili a zero emissioni di carbonio con ammoniaca o idrogeno blu, e successivamente passare gradualmente lle loro controparti verdi, man mano che i prezzi dell’elettricità rinnovabile diminuiranno. Tuttavia, questo può anche presentare un certo rischio di “asset bloccati” per le infrastrutture di ammoniaca blu o idrogeno, che deve essere valutato attentamente.
Entrambi i combustibili possono essere utilizzati in un motore a combustione interna modificato nello stesso modo in cui viene attualmente utilizzato il combustibile derivato dal petrolio. Il loro utilizzo in motori a combustione interna adattati presenta vantaggi tecnici ed economici. In primo luogo, le navi esistenti possono iniziare a bruciare ammoniaca o idrogeno con modifiche minime e senza sostituire il motore principale. Ciò consente inoltre all’ammoniaca o all’idrogeno di trarre vantaggio da una catena di approvvigionamento del gruppo propulsore esistente. Allo stesso tempo, anche l’ammoniaca e l’idrogeno saranno compatibili con le soluzioni emergenti di celle a combustibile.
Molti paesi in iva di sviluppo, in particolare modo quelli con grandi risorse potenziali di energia rinnovabile, possono entrare in un futuro mercato dei combustibili a zero emissioni, modernizzando la propria infrastruttura energetica e industriale nazionale, ha spiegato la Banca Mondiale.
“La comunità marittima, in particolare nei paesi in via di sviluppo, ha un’opportunità unica nel contesto di questi nuovi combustibili a zero emissioni di carbonio“, ha affermato Bernice Van Bronkhorst, Direttore globale per i cambiamenti climatici presso la Banca Mondiale.
“Non solo aiuteranno a decarbonizzare il trasporto marittimo, ma possono anche essere utilizzati per aumentare le esigenze di infrastrutture interne e tracciare una rotta per lo sviluppo a basse emissioni di carbonio più in generale“.
La ricerca dimostra che sono naturalmente necessari interventi di politica strategica per accelerare la transizione energetica del settore e per cogliere le opportunità per un più ampio sviluppo economico, energetico e industriale nei paesi in via di sviluppo.
La collaborazione costruttiva tra le parti interessate del settore e i responsabili politici, sia a livello IMO – International Maritime Organization, che a livello nazionale/regionale, può anche creare una maggiore sicurezza sulla disponibilità, sui prezzi e sulla tempistica dei carburanti a zero emissioni, conclude la Banca Mondiale.