E’ ormai noto che interrompere in maniera definitiva ogni fornitura di gas proveniente dalla Russia, decisione chiesta a grandissima voce in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina, abbia portato alla luce un realismo energetico a dir poco allarmante per alcuni paesi europei (e non).
L’Italia è uno dei paesi più dipendenti dal gas russo (circa il 50%), colpevole di non aver saputo diversificare a sufficienza nel corso degli ultimi anni il proprio mix energetico.
Puntare sulle rinnovabili è una delle possibili soluzioni, ma sappiamo che serviranno tempo e ingenti investimenti per sviluppare una filiera italiana forte e competitiva abbastanza, da non farci esporre un domani alla situazione analoga che stiamo affrontando.
Ma come velocizzare questo processo di diversificazione energetica tanto urgente e quali sono le vie migliori da percorrere?
Secondo Nicola Lanzetta, Direttore Italia del Gruppo Enel, vi sono tre punti chiave per ottenere un mix energetico più equilibrato.
Il primo punto sarebbe quello di spingere sulle fonti di energia pulita più abbondanti nel nostro paese, ovvero eolico e solare: “La tecnologia esiste, la competenza esiste e le aziende pure. Ad oggi, negli ultimi due anni, abbiamo sviluppato impianti che sono un decimo di quelli realizzati nel 2011/12. Raggiungere i 60 GW in tre anni è un obiettivo molto plausibile”.
In questi ultimi anni, inoltre, il costo medio di un pannello fotovoltaico è diminuito del 60/70%; possedere un mix energetico al 70% delle rinnovabili, si tradurrebbe per il paese in un vantaggio del 40% di costo inferiore dell’energia (alle attuali condizioni).
Il secondo punto sarebbe un aumento degli impianti di rigassificazione: “Una parte dell’energia dovrà essere prodotta con il gas, quello importato non deve essere legato solo a tubi fisici ma dovremmo realizzare degli impianti di rigassificazione ovvero impianti dove faccio arrivare navi con gas liquido che viene reso nuovamente gas. Il vantaggio è che io non ho un link unico e fisico con un solo fornitore ma si può andare sul mercato e liberamente comprare questo gas”.
Il terzo e ultimo punto chiave è l’elevato consumo di gas. Secondo Lanzetta ad oggi i siti di energia, le aziende, le abitazioni italiane consumerebbero troppo gas per il riscaldamento quando si potrebbero utilizzare le moderne tecnologie per le pompe di calore: “Oggi in Italia consumiamo nei nostri siti di energia troppo gas! Un esempio è il riscaldamento, le nostre case, uffici aziende sono riscaldate bruciando del gas. Non ha senso dal punto di vista economico non utilizzare le nuove tecnologie di pompe di calore e anche sugli usi finali usare l’energia elettrica. Con questi tre passi in un lasso di tempo medio breve si potrebbe svincolarsi dalla sudditanza energetica”.
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