Dopo la presentazione della Hydrogen Strategy da parte della Commissione Europea, da noi prende il via l’intergruppo parlamentare “Idrogeno rinnovabile”. Il confronto con la mobilità elettrica
Loredana Ricci, Community manager ANGI – EnergyUp.tech
16 Dicembre 2020
Se fino a poco tempo fa l’auto a emissioni zero sembrava un obiettivo futuribile, oggi grazie all’idrogeno e all’energia elettrica è diventato realtà, in particolare nel campo della mobilità. Auto elettrica o auto a idrogeno? Pare che quasi tutte le case automobilistiche abbiano deciso di indirizzare gli investimenti verso la mobilità elettrica. Ma ci sono alcuni studi che provano come la tecnologia a idrogeno abbia la possibilità di avere “emissioni negative”, con mezzi capaci di pulire efficacemente l’aria mentre si muovono.
Indice degli argomenti
- Hydrogen Strategy della Commissione Europea
- Dati sulle emissioni inquinanti: le due soluzioni a confronto
- La nascita dell’intergruppo parlamentare: progettualità, obiettivi e azioni future
- Conclusioni
Hydrogen Strategy della Commissione Europea
La Commissione Europea ha presentato l’8 luglio scorso l’Hydrogen Strategy, e ha assegnato all’idrogeno “pulito” (cioè ottenuto da fonti rinnovabili) la priorità assoluta per la transizione energetica, con l’Europa che aspira ad assumere il ruolo guida in ambito planetario per questa tecnologia. Questa strategia sarà un pezzo importante del Green Deal, che prevede investimenti di 1.000 miliardi di euro in dieci anni. Tale dotazione, insieme al Recovery Fund, porterà a una sorta di Piano Marshall della transizione energetica per abbinare l’obiettivo del rilancio economico a quello ambientale. L’idrogeno è insomma destinato a giocare un ruolo centrale nel futuro dell’energia e della mobilità e l’Italia in questo contesto non può permettersi di restare indietro.
Tra le differenze evidenziamo che le auto elettriche usano la potenza di un “pacco batteria”, mentre le auto fuel cell sfruttano l’idrogeno combinato con l’aria contenuta in apposite celle per ricavare energia elettrica e producendo vapore acqueo come scarto. Quindi, le emissioni sono pari a zero per entrambi. Ancora, il tempo di rifornimento per le auto a idrogeno è di appena 5 minuti, mentre per le auto elettriche i tempi variano, ma restano mediamente più lunghi. Però l’idrogeno è difficile da reperire e in Italia si può fare rifornimento solo a Bolzano, che ha l’onore di ospitare l’unico distributore italiano. Inoltre, il costo del rifornimento per l’idrogeno è nettamente più alto. Per 1 kg occorrono quasi 15 euro, per cui un pieno attualmente ha un prezzo di circa 70 euro per un’autonomia di circa 600 km. Con l’elettrica 100 km costano in media 5 euro. Nel confronto viene tenuto in considerazione anche l’aspetto dell’ecosostenibilità di entrambe le soluzioni: oggi l’elettricità usata per produrre auto elettriche non sempre arriva da fonti rinnovabili e dunque non si può parlare di vetture carbon neutral.
Distributore di idrogeno a Bolzano
Diversi studi, riportati da VW, hanno concluso che allo stato attuale un’auto elettrica produce meno CO2 rispetto a una con motore a combustione solo dopo aver percorso 100mila km. Ma anche questo dato cambierà nei prossimi anni, grazie all’utilizzo di più energia rinnovabile (da maree e persino urina). Nel bilancio dell’ecosostenibilità va contata pure l’efficienza energetica: dallo studio è emerso che un’auto a idrogeno ha un’efficienza globale del 25-35%, contro il 70-80% di un’auto elettrica. Il motivo sta nel 45% di perdite dovute alla produzione dell’idrogeno attraverso l’elettrolisi: dell’energia che resta, un altro 55% se ne va nella trasformazione dell’idrogeno in elettricità all’interno delle celle a combustibile. L’energia per alimentare le auto elettriche, invece, è protagonista di una perdita di circa l’8% durante il trasporto dalla fonte alle batterie, e di un altro 18% nella sua conversione per poter essere utilizzata dal motore.
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Dati sulle emissioni inquinanti: le due soluzioni a confronto
L’Italia è orientata nel campo della mobilità sostenibile trovandosi davanti a due validissime soluzioni dal punto di vista dell’inquinamento. È giusto confrontare l’elettrico e l’idrogeno per capire quali siano i loro pro e contro (ripresi dallo studio “Automotive Industry 2035 – Forecasts for the Future”). Il primo fattore da considerare è quello del rifornimento, in quanto le colonnine di ricarica per auto elettriche stanno iniziando a popolare le nostre città e i piani di espansione che le riguardano sono particolarmente ambiziosi. Lo stesso, invece, non si può dire per le auto a idrogeno, infatti in Italia le stazioni di ricarica per fuel cell sono pochissime con prezzi molto elevati. Per quanto riguarda il rendimento, fino ad ora le auto elettriche si sono rivelate essere più efficienti di quelle a idrogeno; per percorrere 100 km i costi di un’auto a idrogeno si aggirano tra 9 e 12 euro, mentre per le elettriche le cifre sono comprese tra 2 e 7 euro. Infine, per il fattore costo, i mezzi elettrici risultano più accessibili rispetto a quelli a idrogeno sia per quanto concerne l’investimento iniziale che le spese di manutenzione. Attualmente i dati in Italia si dimostrano a favore dell’energia elettrica ma in un futuro con le infrastrutture perfezionate su tutto il suolo nazionale la tecnologia ad idrogeno svolgerà un ruolo chiave nell’ottica di una mobilità maggiormente sostenibile con impatto ambientale nullo.
La nascita dell’intergruppo parlamentare: progettualità, obiettivi e azioni future
In chiave futura nasce in Italia l’intergruppo parlamentare “Idrogeno rinnovabile” come possibilità per i politici di confrontarsi con esperti, imprese e studiosi della materia. Il primo incontro in videoconferenza si è svolto il 30 ottobre scorso discutendo sulla formazione di un modello energetico e industriale a emissioni zero, in cui l’idrogeno grazie alla sua versatilità ed integrabilità con altre tecnologie pulite gioca un ruolo importante nei futuri sistemi energetici decarbonatati. Un altro fondamentale obiettivo dell’intergruppo è quello di approfondire il tema delle Comunità Energetiche, ovvero associazioni tra cittadini, attività commerciali o imprese che decidono di unire le forze per dotarsi di impianti per la produzione e la condivisione di energia da fonti rinnovabili.
Conclusioni
L’idrogeno è sempre più al centro di crescenti interessi nazionali e internazionali, si può ritenere un grande alleato nell’ambito dell’innovazione dei sistemi energetici ed economici del futuro: insomma una vera e propria rivoluzione industriale. Oltre all’avanzamento delle conoscenze e delle tecnologie gli usi finali dell’idrogeno hanno un impatto concreto sulla società da applicazioni nell’industria, nell’edilizia, nella mobilità sostenibile, allo sfruttamento ottimale delle risorse rinnovabili. Ovviamente tutto questo deve essere accompagnato da adeguamenti normativi, riduzione dei costi di produzione delle energie rinnovabili, investimenti pubblici e privati (ad esempio in infrastrutture) e attività di cooperazione internazionale volte a promuovere l’innovazione e la diffusone dell’idrogeno a livello globale.