Il vento dall’ offshore galleggiante potrebbe rimanere la migliore opzione in Europa per la produzione di idrogeno verde su scala industriale, anche se l’H2 rinnovabile importato finisse per essere più economico per chilogrammo, hanno affermato gli analisti di Roland Berger.
La società di consulenza tedesca in un nuovo rapporto afferma che l’H2 basato sull’eolico offshore in generale offre agli europei “una soluzione più economica, più veloce e più robusta rispetto alla produzione di idrogeno onshore“, con vantaggi che vanno dal minor impatto ambientale delle infrastrutture alla ridotta variabilità dell’alimentazione.
Il potenziale del vento galleggiante per alimentare l’elettrolisi in acque profonde molto al largo, creando centri di produzione di idrogeno in località remote senza vincoli spaziali può sfruttare i venti ancora più forti disponibili per aumentare ulteriormente i volumi, afferma il gruppo tedesco.
Roland Berger stima che l’idrogeno verde del Mare del Nord proveniente dall’eolico offshore arriverà a circa 4 €/kg entro il 2025, rendendolo competitivo con l’H2 rinnovabile importato da regioni come il Medio Oriente che inizierà ad apparire nello stesso periodo .
La necessità più avanti nel decennio di spingersi in acque più profonde per aggiungere volumi maggiori, aumentando così i costi, e il probabile calo del prezzo dell’H2 importato potrebbe minare tale competitività. Ma lo studio di Roland Berger ha osservato: “Anche a costi più elevati, è probabile che l’idrogeno proveniente dall’eolico offshore europeo rimanga attraente. L’idrogeno locale riduce la dipendenza dalle importazioni da altre regioni, alcune delle quali sono politicamente instabili. La produzione interna di idrogeno consente inoltre all’Europa di catturare il valore aggiunto a valle dell’idrogeno quando viene utilizzato come materia prima, ad esempio nella produzione di combustibili sintetici o prodotti chimici verdi, valore che altrimenti si sposta all’estero”.
Anche la produzione di idrogeno dall’ eolico offshore è ben posizionata per beneficiare di future innovazioni in termini di risparmio di costi su turbine e piattaforme. Lo studio ha osservato: “L’idrogeno prodotto dall’eolico offshore è ancora relativamente costoso e circa due terzi del costo per chilogrammo è attribuibile all’eolico offshore stesso. Ma esiste un chiaro potenziale per realizzare riduzioni dei costi attraverso la standardizzazione e le nuove tecnologie. Una possibilità è quella di utilizzare turbine più grandi. La manutenzione digitale (predittiva) e i materiali autoriparanti ridurranno drasticamente anche gli ingenti costi di manutenzione e riparazione nel corso della vita di un parco eolico”.