Molto completo e interessante il punto fatto ieri – insieme ai top manager protagonisti del mercato – sull’ impatto dell’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili sulla transizione green e sullo sviluppo del Paese
31 marzo, 2021
La Redazione
Ieri mattina ha avuto luogo il forum digitale del Sole 24 Ore «La strategia sull’idrogeno e la transizione energetica. Prospettive e opportunità per un’Italia green», con i protagonisti del settore. Dopo un intervento iniziale del Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, abbiamo visto e sentito Marco Alverà, CEO Snam, Claudio Descalzi, CEO Eni, Fabrizio Di Amato, Presidente Maire Tecnimont, Alberto Dossi, presidente Sapio, Paolo Gallo, CEO Italgas, Renato Mazzoncini, CEO A2A, Francesco Starace, CEO e direttore generale Enel, Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison, Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia, Andrea Gibelli, Presidente delle Ferrovie Nord Milanesi, e molti altri
Il Ministro Cingolani ha sottolineato che “la transizione energetica e’ una grande sfida per tutti…L’obiettivo di riduzione delle emissioni è un target che va condiviso anche con altre nazioni….l’Europa è il soggetto che oggi sta facendo di più, ma bisogna trovare un equilibrio tra le diverse istanze. Non è un obiettivo che può essere raggiunto solo su carta, ma va adeguato anno dopo anno a seconda della situazione….
Sui progetti specifici “..serve un’azione decisa sia sui bandi, sia sulla catena dei permessi. Dopo Pasqua presenteremo un pacchetto di proposte. Altrimenti rischiamo di avere risorse, ma non la capacità di spenderle.”
Per la nascente hydrogen economy “l’idrogeno è senza dubbio una soluzione. La nostra strategia deve essere adattativa e la velocità è fondamentale. Servono svariati miliardi sul quinquennio, ma al momento si stanno comparando metodologie diverse: le tecnologie vanno consolidate e devono calare di prezzo. A quel punto servirà investire nell’infrastruttura”.
Francesco Starace, CEO di Enel, sottolinea che “…l’idrogeno va utilizzato in maniera intelligente, per decarbonizzare la produzione di acciaio o cemento o nella chimica. E’ molto problematico e costoso trasportarlo, e per questo è meglio produrlo vicino ai punti di consumo. Per l’idrogeno green “…sugli elettrolizzatori in Europa c’è ancora da lavorare. Ma anche i primi pannelli solari erano nati per un utilizzo di nicchia. Ci sono presupposti perchè anche gli elettrolizzatori, a livello di costi, possano diventare una tecnologia mainstream. In cinque anni lo capiremo. Stiamo cercando di spingere una industrializzazione in questa direzione per abbattere la barriera dei costi”.
Per Claudio Descalzi, CEO di Eni, “avere nuovi vettori energetici sta diventando una necessità. Siamo già i primi produttori e utilizzatori di idrogeno, che resta vettore energetico raro, ma che può dare grandi soluzioni in campo industriale e per la mobilità. Il nostro obiettivo principale è decarbonizzare i nostri impianti. Ma nei trasporti in particolare ci stiamo attrezzando per avere stazioni anche per l’idrogeno….Non c’è competizione tra idrogeno blue o green…. Il costo, economicità e domanda conta, è facile giocare al rilancio sugli obiettivi di decarbonizzazione, ma non devono essere aspirazioni teoriche, devono fare i conti con domanda e costi e creare un contesto che permetta di raggiungere quei target”
Marco Alverà, CEO di SNAM e uno dei primi promotori delle applicazioni dell’idrogeno richiama la” attenzione a non investire in scelte infrastrutturali sbagliate, magari puntando tutto sulle batterie in ogni casa, come vorrebbero i produttori di auto elettrica, come Tesla. L’idrogeno ha il vantaggio di essere versatile e può utilizzare già infrastrutture esistenti, diversificando a seconda delle tecnologie. Tutto quello che può essere fatto in Italia e in Europa va fatto e sono felice dell’impegno annunciato dal Ministro per la sburocratizzazione. Ma bisogna anche guardare oltre. Germania è un esempio a cui guardare: sta negoziando accordi bilaterali con Russia e Paesi Arabi e noi abbiamo un grande vantaggio tecnologico per importare idrogeno da diversi fronti”.
Nicola Monti, CEO del gruppo Edison, sostiene che “…Oggi bisogna lavorare sull’efficienza degli impianti di elettrolisi. Noi siamo interessati a investire in questo ambito, anche insieme ad altri operatori del mercato. Ci sono tecnologie diverse, ma nessuna ancora è in grado di avviare una catena industriale a livello competitivo.”
Il CEO della A2A Renato Mazzoncini vede bene l’utilizzo dell’idrogeno “sul pesante e sui treni dove le prospettive sono diverse”. La sua Società, infatti, sta preparando l’alimentazione a idrogeno della linea Iseo-Edolo, in Valcamonica, lanciato da Regione Lombardia. ”Se l’iniziativa decollasse, ne potrebbero beneficiare anche molte aziende siderurgiche del territorio bresciano”. Piu’ avanti, il presidente di FNM, Andrea Gibelli assicura che i primi treni a idrogeno per questo progetto dovrebbero essere operativi dal 2023.
In ultimo, a supporto di questa in iniziativa il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana dice”…Vogliamo estendere questo progetto ad altre attività, sia per quanto riguarda il trasporto, sia per quanto riguarda l’aspetto produttivo. Dobbiamo estendere il più possibile questa sperimentazione per rendere il più possibile fruibile questa opportunità. Abbiamo messo a disposizione 160 milioni.
Ora si apre l’opportunità del Recovery plan: abbiamo presentato un progetto in linea con le tempistiche e con gli obiettivi richiesti, una fetta importante dei 36 miliardi, oggetto del nostro progetto presentato al Governo, andrà in questa direzione»