Nel discoro di apertura della conferenza virtuale di H2Tech Solutions, Graham Bennett, Vice Presidente e Responsabile della transizione energetica pressola notissima società di consulenza e di certificazione DNV, ha parlato con encomiabile chiarezza della recente crescita dell’economia dell’idrogeno e di cosa c’è di diverso ora rispetto alle precedenti “false partenze”.
Sebbene sia importante vedere una maggiore elettrificazione da fonti rinnovabili per incoraggiare un’economia a basse emissioni di carbonio, Bennett ha osservato che ci sono più di 6.000 prodotti giornalieri in uso in tutto il mondo realizzati dal petrolio e dal gas, inclusi molti dei componenti utilizzati per costruire infrastrutture per l’energia rinnovabile. “Quell’energia molecolare di cui abbiamo bisogno oggi sarà ancora necessaria domani“, ha detto Bennett.
Secondo le previsioni di DNV, entro il 2050 solo il 46% circa del mix energetico sarà non fossile, mentre il 54% del sistema energetico sarà ancora supportato da idrocarburi. L’idrogeno giocherà un ruolo chiave qui, poiché aiuterà a decarbonizzare l’energia molecolare “grigia” e “marrone” necessaria per la materia prima e il calore di processo.
I principali driver per l’introduzione dell’idrogeno come vettore energetico sono visti in quattro aree chiave:
- Decarbonizzazione del riscaldamento (edifici)
- Mobilità ‘pesante’ (autobus, treni, traghetti e altri veicoli marittimi, automobili, ecc.)
- Valorizzazione e stoccaggio dell’elettricità in eccesso prodotta da energia rinnovabile a bassissimo costo
- Decarbonizzazione del calore in applicazioni industriali ad alta intensità energetica.
Per quanto riguarda la domanda complessiva di idrogeno, le politiche dei governi e la propensione agli investimenti incoraggeranno un aumento della domanda di idrogeno a partire dal 2025 che dovrebbe aumentare rapidamente nel periodo 2035-2040. Oltre il 2040, si vedrà la produzione di idrogeno su larga scala e la domanda corrispondente del mercato.
La previsione della DNV prevede che 24 exajoule di energia, ovvero piu’ di 6% della domanda globale di energia, siano forniti dall’idrogeno nel 2050; tuttavia, Bennett ha osservato che questa previsione è prudente e potrebbe cambiare quando DNV eseguirà nuovamente i suoi modelli previsionali entro la fine dell’anno.
Le proiezioni di crescita per i diversi mercati variano notevolmente, con l’industria e il trasporto marittimo che emergono come i maggiori mercati potenziali. La domanda marittima di idrogeno dovrebbe superare quella del trasporto stradale poiché l’elettricità e le batterie non possono essere utilizzate per i viaggi in acque profonde e a lunga distanza; pertanto, l’idrogeno e i derivati dell’idrogeno (ammoniaca verde, e-metanolo) verranno utilizzati principalmente per decarbonizzare il trasporto marittimo.
DNV ritiene inoltre che la produzione di idrogeno verde diventerà competitiva in termini di costi con la produzione di idrogeno blu entro i primi anni del 2030. A tal fine, i cluster industriali giocheranno un ruolo chiave nello sviluppo della produzione di idrogeno sia blu che verde. Avere modelli di business di supporto per l’idrogeno e la cattura, lo stoccaggio e l’utilizzo del carbonio (CCUS) sarà essenziale per evitare l’offshoring del carbonio.