
Da quasi ottant’anni, Bonatti Spa è un punto di riferimento internazionale nell’ingegneria e nella costruzione di infrastrutture energetiche.
Oggi, davanti alle veloci trasformazione del settore dettate daI mercato e dalle sfide geopolitiche, la storica azienda emiliana riafferma con determinazione la propria mission: essere il partner di fiducia per la realizzazione di progetti complessi, distinguendosi per competenze tecniche di altissimo livello, una conoscenza approfondita dei territori in cui opera e un autentico spirito pionieristico.
Su queste solide basi, Bonatti sta ampliando il suo impegno anche nel settore delle energie rinnovabili e dell’idrogeno, sviluppando progetti strategici su scala globale.
Di questo ne ha parlato con Hydrogen News l’ingegner Lorenzo Montemezzo, Head of Commercial Green Systems BU Plants and Green Systems di Bonatti.
Bonatti per l’idrogeno
Nel mondo “green”, Bonatti si muove come EPC Contractor per grandi progetti legati all’idrogeno verde, ai suoi derivati quali green ammonia, e-metanolo, SAF, progetti biometano/biomassa e CCS (Carbon Capture and Storage). Parliamo di progetti di grandi dimensioni che vanno dai 50 MW in su. Considerando l’elevato carico di lavoro che ha Bonatti in diversi settori, con particolare attenzione a pipeline e plants, adottiamo un approccio altamente selettivo nella scelta dei progetti, effettuando un accurato “Cherry Picking“.
Quali sono le principali aree d’interesse per Bonatti
In ambito idrogeno ad oggi abbiamo individuato soprattutto due paesi in Europa, ovvero l’Olanda e la Germania. Sono due paesi in cui Bonatti è storicamente già presente. In Germania nell’area di Stoccarda stiamo trasformando due grandi impianti a carbone installando turbine Hydrogen-Ready mentre in Olanda siamo coinvolti nel Progetto CCS Porthos, una delle più grandi iniziative europee di Carbon Capture and Storage che costituisce un benchmark a livello mondiale. Qui in particolare siamo General Contractor per la stazione di compressione.
Quali sono i punti di forza della vostra offerta
Il nostro valore aggiunto è l’offerta di un pacchetto completo – che comprende ingegneria, fornitura e costruzione – del Balance of Plant (BoP), ovvero di tutti i componenti per la compressione, lo stoccaggio e la distribuzione dell’idrogeno. Non essendo un OEM di elettrolizzatori, ci inseriamo nel progetto occupandoci dell’integrazione di tutti gli elementi presenti a valle dell’impianto di elettrolisi.
Uno dei nostri punti di forza sono l’elevata flessibilità e la competenza ingegneristica di processo: siamo in grado di operare con tutte le principali tecnologie di elettrolisi e con tutti i più grandi fabbricanti del mercato, adattandoci alle esigenze specifiche di ogni progetto
Abbiamo inoltre un Engineering Center a Fano che si sta specializzando nel settore idrogeno e la Carlo Gavazzi Impianti, società interamente controllata da Bonatti, che ha una grandissima esperienza nel campo dell’elettrificazione a supporto della transizione energetica, rinnovabili soprattutto nella realizzazione di sottostazioni elettriche ad alta tensione ed impianti BESS (Battery Energy Storage Meeting).
Bonatti oggi è in grado di combinare in un unico pacchetto attività di ingegneria chimica/di processo ed elettro/meccanica, ilche nel mondo dei “gas green” è utilissimo.
Quali sono i servizi che offrite ai vostri partner
Attualmente collaboriamo con clienti che ci coinvolgono sin dalle prime fasi del FEED (Front-End Engineering Design), accompagnandoli poi attraverso l’intero processo fino alla fase EPC (Engineering, Procurement, and Construction). In alcuni casi, quando il cliente ha già selezionato un partner per il FEED, gestiamo direttamente la fase FEED Endorsement e successivamente di Construction, garantendo continuità operativa ed efficienza nell’esecuzione del progetto.
Qual è la vostra visione del mercato dell’idrogeno in Italia e quali altri Paesi state monitorando?
Per noi il mercato dell’idrogeno in Italia è ancora in divenire. Siamo stati coinvolti in alcune attività di FEED, ma attualmente i progetti in corso, quelli finanziati dal PNRR, sono ancora troppo “piccoli” come scala per noi e scontano quello che in termini di LCOH (Levelized Cost of Hydrogen, ndr) costituisce il principale fattore di competitività nella produzione di idrogeno verde, ovvero l’alto prezzo dell’energia. Anche noi – come molti attori del settore – crediamo che un ulteriore incentivo agli OPEX (e non solo ai CAPEX) possa far decollare il mercato nazionale.
Sempre in Europa oltre a Olanda, Germania e Italia, abbiamo una grande presenza anche in Romania e Francia e monitoriamo con attenzione la Scandinavia e la penisola iberica. Fuori dall’Europa invece abbiamo il Cile, paese che ha investito e sta investendo molto non solo nel mondo RES, ma anche nell’idrogeno verde.
Siamo inoltre presenti storicamente in uno dei paesi dal più alto potenziale di sviluppo nel settore idrogeno verde quale l’Arabia Saudita, lavorando già con la nostra controllata locale per uno fra i progetti H2 più grandi al mondo.
Le sfide del presente e del futuro
Attualmente, il nostro focus nel settore dell’idrogeno è maggiormente orientato agli impianti (Plants), sebbene l’infrastruttura delle pipeline – di cui Bonatti è leader mondiale – rappresenti lo step naturale successivo.
In questa direzione, stiamo osservando con particolare attenzione il progetto della Hydrogen Core Network tedesca ovvero la rete di pipeline per l’idrogeno in Germania, che si estenderà per oltre 9.000 km. Questa rete sarà costituita principalmente da gasdotti convertiti (circa il 60%). Parallelamente veniamo spesso chiamati per fornire consulente nella progettazione di altre grandi reti idrogeno nazionali.
Bonatti crede molto nella transizione energetica: un processo inevitabile che va perseguito con realismo, mettendo a disposizione le validissime risorse ingegneristiche e finanziarie che il gruppo possiede.