
Schema del Progetto ECO2Fuel
Si trova presso il Centro di Ricerca VITO a Mol, in Belgio, il primo sistema di elettrolisi al mondo capace di generare combustibili sintetici e altri prodotti chimici di valore, combinando CO2 e acqua.
Questo è l’obiettivo di ECO2Fuel, un progetto finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Horizon2020 (Green Deal). Dopo circa due anni e mezzo di intenso lavoro il team ha completato con successo la realizzazione dell’elettrolizzatore da 50kW, uno dei più grandi al mondo.
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Lo stack da 50kW utilizza 25 celle da 1.500 cm², creando un’area totale di 3,75 m², una dimensione mai raggiunta prima. Si tratta di un sistema robusto e scalabile, progettato per ridurre le emissioni di gas serra e generare e-fuel destinati ai settori dei trasporti e dell’energia.
La miscela di combustibili leggeri derivante dalla conversione dell’anidride carbonica, per esempio, può essere impiegata come benzina ecosostenibile. Inoltre, i prodotti ottenuti dalla reazione tra acqua e anidride carbonica, come il metanolo, trovano applicazione finale in ambiti quali l’industria chimica e quella farmaceutica.
La prossima fase del progetto prevede di raggiungere la capacità di 1MW entro il 2027.
Oltre a De Nora, ECO2Fuel vede la collaborazione di numerose aziende e istituti di ricerca di spicco, tra cui il Centro di Ricerche FIAT SCPA e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per l’Italia.
Il ruolo di De Nora

Con una vastissima esperienza nel campo dell’elettrochimica e delle tecnologie sostenibili, De Nora si occupa della progettazione e produzione degli elettrodi a partire dalle materie prime fornite dai partner: gli elettrocatalizzatori dall’Università di Valencia e il CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche di Messina mentre gli ionomeri (polimeri conduttivi) da Hydrolite.
Questi materiali sono formulati in inchiostri successivamente applicati per la produzione dei suoi elettrodi finali. Il ruolo degli elettrocatalizzatori è cruciale poiché permettono di ridurre la quantità di energia richiesta per la reazione.
In questo modo, l’anidride carbonica, considerata un prodotto di scarto, viene trasformata in composti chimici più complessi e con un maggiore valore industriale.
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