Il Politecnico di Torino ha presentato in data odierna un nuovo studio che dimostrerebbe per la prima volta come rendere dissimmetrici i film di sapone, le sottili pareti delle comunissime bolle di sapone.
Secondo il team, coordinato dal Professor Eliodoro Chiavazzo, questo innovativo procedimento aprirebbe la strada allo sviluppo di nuove tecnologie come ad esempio membrane reattive a basso costo e auto riparanti per la produzione di combustibili solari (come l’idrogeno o il monossido di carbonio a partire dalla CO2).
Pubblicato sulla prestigiosa rivista Physical Review Letters, la studio dimostra come sia possibile rompere la simmetria della conformazione a “sandwich” delle pareti delle bolle in cui la parte centrale – formata da uno strato d’acqua – è racchiusa tra due sottilissime pellicole di tensioattivi aventi uno spessore molecolare.
Il processo messo a punto dal team di ricerca è un drogaggio (doping in inglese) delle due interfacce del film di sapone che sfrutta la deposizione asimmetrica di agenti chimici tramite un aerosol (uno spray di finissime goccioline di sostanza dopante) sulle superfici del film.
Oltre al campo dell’energia, la capacità di creare film di sapone dissimmetrici potrebbe ispirare una intera serie di nuove applicazioni nel campo della sensoristica molecolare e della farmacologia.
Tra gli altri membri del team vi sono il Dott. Luca Bergamasco, Ricercatore presso il Dipartimento Energia e il Dott. Gabriele Falciani. Lo studio rientra nel Progetto Europeo multidisciplinare Sofia in partnership con l’Università di Uppsala (Svezia), l’Università di Leiden (Olanda), l’Università di Amsterdam (Olanda) e l’azienda Wasabi Innovations (Bulgaria).
“Siamo orgogliosi che il contributo del Politecnico sia stato decisivo nell’individuare la corretta tecnica di doping e nel formulare la comprensione teorica dei processi alla base di tale tecnologia grazie allo sviluppo di modelli computazionali multi-scala averla dimostrata sui film di sapone ha una grossa valenza non solo scientifica ma anche tecnologica, perché ci consegna una piattaforma a basso costo e di facile realizzazione in cui è possibile controllare il grado di simmetria su scala atomistica” – ha spiegato il Professor Chiavazzo.
Il Dott. Luca Bergamasco, ha aggiunto: “Questo risultato ha richiesto più di due anni di intenso lavoro a tutto il team: la definizione del protocollo di realizzazione delle strutture dissimmetriche e la verifica dei risultati hanno richiesto innumerevoli prove e l’uso di diverse tecniche sperimentali avanzate come spettroscopia FRET e acquisizioni video ad altissima velocità”.
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