L’idrogeno sarà uno degli asset chiave per Hyundai nel percorso verso la completa neutralità carbonica, un obiettivo che il gruppo sudcoreano stima di raggiungere entro il 2050.
Ad oggi Hyundai vanta la più alta quota di mercato al mondo nelle vendite di veicoli alimentati a idrogeno.
Ma la sua offerta nel settore non si limita alle vetture (camion, auto, tram), alle attrezzature speciali, ai generatori e al trasporto navale ed aereo.
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In ottica futura l’azienda conta infatti di accelerare la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione di idrogeno verde.
Per farlo Hyundai ha costituito il marchio HTWO con cui mira a produrre 3 milioni di tonnellate di idrogeno all’anno entro il 2035 da destinare principalmente a settori come la logistica, l’acciaio e la generazione di energia.
Il gruppo ha poi rivelato lo sviluppo di elettrolizzatori PEM su scala Megawatt che dovrebbe commercializzare entro i prossimi anni.
Attraverso la condivisione di componenti di sistemi di celle a combustibile, prevede di raggiungere un prezzo competitivo rispetto alle tecnologie PEM già esistenti (il cui costo è circa 1,5 volte quello degli elettrolizzanti alcalini).
Hyundai è inoltre impegnata nello sviluppo di vari progetti dedicati alla produzione di idrogeno da rifiuti. La tecnologia su cui si concentra Hyundai include due approcci: Waste-to-Hydrogen (W2H) e Plastic-to-Hydrogen (P2H).
W2H prevede la fermentazione di rifiuti organici, come cibo, fanghi e letame di bestiame, per generare biogas.
Questo biogas viene quindi trattato per catturare l’anidride carbonica e produrre idrogeno.
La P2H, d’altra parte, comporta la fusione di materie plastiche che non possono essere riciclate, gasando le plastiche fuse e producendo idrogeno rimuovendo elementi non necessari.
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