Enel espone le sue idee per l’area di Vallegrande. Partipilo: “Investimento da 200 milioni con ricadute occupazionali”.
17 febbraio 2021
Andrea Bonatti – Città della Spezia.com
Dalla prossima settimana si inizieranno a valutare le proposte architettoniche per il nuovo polo energetico proposto da Enel per la zona di Vallegrande. Lo annuncia Marilisa Partipilo, che dell’azienda è responsabile affari istituzionali territoriali per l’area nord. Ospite di un webinar organizzato da Legambiente La Spezia, ha modo di esporre le idee per il dopo centrale a carbone. Enel non ha intenzione di abbandonare il territorio, ma anzi di fare della città uno dei luoghi della transizione energetica in Italia. Una transizione che passa attraverso una centrale a turbogas, che non piace ai sindaci e a molti cittadini.
Anche per questo il futuro parco energetico proposto dalla multinazionale vuole provare ad essere diverso anche nell’aspetto. “Hanno partecipato l’Università di Genova e alcuni professionisti del luogo. Formeremo una commissione che giudichi i progetti, in cui vorremmo sedessero anche i sindaci della Spezia e di Arcola”.
Un passo indietro. “Si parla di gas, ma il progetto è più ampio – illustra Partipilo -. Il progetto prende le mosse dalla necessità di chiudere le centrali a carbone entro il 2025 in Italia e in particolare entro il 2021 per quanto riguarda la Spezia. Ma il sistema elettrico nazionale ha bisogno di quei MW, lo certifica il MISE che ha ricevuto una risposta tecnica da Terna in merito”. Il presupposto è questo secondo Enel. Si parla di un impianto ciclo chiuso da 840 MW, con una prima fase transitoria con produzione (a ciclo aperto) da 560 MW. “Ma la centrale non funzionerà a palla. Interverrà soltanto per integrare la produzione da fonti rinnovabili che auspichiamo di poter installare nello stesso sito”.
Il piano di Enel prevede infatti, oltre alla centrale, anche 7 MW di generazione fotovoltaica, e un sistema di accumulo con capacità installata fino a 20 MW. Su quell’auspicio di poter inserire anche il campo fotovoltaico si gioca una prospettiva non trascurabile: quella di ricevere il via libera per il gas e non per le rinnovabili, che piacciono tanto alle associazioni. “Uso la parola auspichiamo perché se ci guardiamo attorno, ce ne sono tanti ancora fermi alla fase di autorizzazione. E non poche volte capita che ci venga detto di no. In Liguria, stretta tra le montagne ed il mare, se qualcuno chiede un metro quadrato molto spesso riceve una risposta negativa”, sembra mettere le mani avanti Partipilo.
Ma l’area, circa 70 ettari alle spalle del porto, si presta a ospitare almeno altri due poli. “Un impianto ad idrogeno: non con cattura di CO2, ma prodotto da fonti rinnovabili. C’è acqua e c’è una centrale a 7MW. Sarebbe il sito perfetto per un impianto di quel tipo. E’ una strada da percorrere, magari individuandone gli utilizzatori. L’idrogeno per noi è un vettore, va a complemento dell’energia elettrica e sarà usato nell’industria e nei trasporti pesanti”.
Sull’area logistica si è già discusso. Alcuni temono consista nell’ennesimo parcheggio per contenitori. “Nessuna pila di container, ma un deposito doganale con tutti vantaggi che questo comporta, anche a livello di fiscalità di confine per le merci extra UE. Pensiamo ad un bene che possa arrivare, essere trasformato e venire redistribuito nel Nord Europa. Oggi è Rotterdam a fare tutto questo, noi pensavamo di dare all’Italia la stessa possibilità e pensiamo la Spezia sia perfetta per questo scopo”.
Enel stima un investimento da 200 milioni di euro propri. “Con una relativa ricaduta occupazionale sul territorio: diretta e indiretta. Quando un’azienda investe una cifra di quel tipo, questo comporta far lavorare le aziende, richiamare profili specifici e con competenze elevate”. La palla a sindaci e associazioni.
Centrale di La Spezia (Enel)