A seguito delle dichiarazioni recentemente rilasciate dal Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti, l’On. Matteo Salvini, relative all’annullamento degli investimenti volti alla realizzazione di stazioni di rifornimento per veicoli e treni a idrogeno, H2IT – Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile prende una posizione netta a favore dello sviluppo della filiera, proponendo l’apertura di un tavolo di confronto con i Ministeri competenti.
“L’idrogeno – dichiara H2IT – rappresenta un vettore energetico strategico per l’economia, la sicurezza energetica e la crescita del Paese. I 3,64 miliardi del PNRR sono fondamentali per non vanificare gli investimenti già fatti dalle aziende, su cui hanno costruito una pianificazione fino al 2026. Dal trasporto pesante a quello ferroviario e navale: tanti grandi player italiani della mobilità e le loro filiere di PMI sono già all’avanguardia, ma occorrono investimenti pubblici e certezza normativa per programmare il futuro”.
La revisione dei progetti previsti dal PNRR, attualmente in corso da parte del Ministro per gli Affari Europei e PNRR on. Raffaele Fitto, rappresenterebbe un drastico cambio di rotta con la strategia nazionale avviata per lo sviluppo dell’idrogeno, campo in cui l’Italia può essere leader globale anche grazie alla presenza capillare sul territorio di infrastrutture dedicate al trasporto del gas.
Bloccare gli investimenti significherebbe, inoltre, un’occasione sprecata per molte regioni italiane che, grazie ai 450 milioni stanziati dal PNRR, si stanno muovendo velocemente per convertire i propri siti industriali dismessi in centri di produzione di idrogeno verde. Ciò, oltre a creare nuovi posti di lavoro, potrebbe essere motivo di rilancio per il Centro e Sud Italia: l’abbondanza di fonti rinnovabili (sole e vento) qui presenti, infatti, li promuoverebbero a veri e propri hub di produzione di energia pulita.
“L’Italia e importanti aziende e centri di ricerca hanno recentemente visto selezionati e finanziati progetti sull’idrogeno per più di 1 miliardo e mezzo di euro sommando gli IPCEI – Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo (Important Project of Common European Interest) notificati, i bandi Ricerca e sviluppo approvati dal MITE a giugno 2022 e i bandi della Clean Hydrogen Partnership”.
Non solo. Un altro settore che risentirebbe pesantemente tale revisione da parte del governo è ovviamente quello della mobilità a zero emissioni. Sono molti i player nazionali ed internazionali che hanno avviato progetti finalizzati alla creazione di stazioni per il rifornimento di veicoli a idrogeno: per citare qualche esempio, basti pensare alla “serraH2valle” di FNM che prevede di realizzare 5 impianti di rifornimento di idrogeno (HRS) lungo l’autostrada A7 Milano-Genova e un campo fotovoltaico per la produzione di idrogeno verde tramite elettrolizzatore. Il progetto ha ottenuto un finanziamento pari a 13,7 milioni di euro dal programma europeo CEF Transport – Alternative Fuels Infrastructure Facility e sarà operativo a partire da metà 2024. Guardando a tempi più recenti, Gruppo Sapio ha siglato un accordo con il colosso della grande distribuzione Lidl per realizzare stazioni di rifornimento per i camion da trasporto merci a idrogeno.
Per quanto riguarda il trasporto su rotaia, invece, “H2iseO Hydrogen Valley” sviluppato da FNM, FERROVIENORD e Trenord, mira a creare una Hydrogen Valley in Valcamonica con l’introduzione di una flotta di 40 bus e 14 treni alimentati a idrogeno lungo la linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo (la prima in Italia al 100% idrogeno).
“La costruzione delle infrastrutture H2 è un fattore indispensabile per lo sviluppo della mobilità a zero emissioni, sia dei veicoli leggeri, sia degli autobus che dei veicoli commerciali. Molti grandi costruttori, tra i quali una folta rappresentanza è costituita da italiani ed europei, hanno investito risorse anche nello sviluppo di mezzi alimentati ad idrogeno, per i benefici che questo tipo di tecnologia può offrire in termini di flessibilità di utilizzo, tempi di fermata per il rifornimento ed autonomia”.
Nel corso degli ultimi mesi sono aumentate esponenzialmente le città candidate a testare (e acquistare) mezzi di ultima generazione a zero emissioni per il trasporto pubblico. Tra quelli già presenti sul mercato, o in procinto al lancio, troviamo quelli di IVECO BUS, Daimler, Solaris, Industria Italiana Autobus e Rampini CaetanoBus.
“L’Associazione – conclude nel comunicato – auspica l’apertura di un tavolo di confronto e approfondimento con Ministri competenti per poter fornire il proprio contributo e supporto in una fase estremamente delicata che vede alcuni bandi ancora aperti e la pianificazione annunciata il 17 gennaio da parte della Commissione Europea del NetZero Industry Act, il piano industriale per il Green Deal che ha identificato l’idrogeno insieme all’eolico, le pompe di calore e il solare tra i settori cruciali per il raggiungimento dell’obiettivo emissioni zero”.
A tal proposito è intervenuto anche Nicoli Giuseppe, capogruppo del Polo liberale nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia: “Tale revisione comporterebbe un grave rischio per tutto il comparto e arresterebbe la crescita delle aziende italiane in grado di assicurare al nostro Paese una posizione di leadership nell’economia della transizione energetica e di potenziare finalmente la filiera tecnologica. L’Italia, con le sue imprese e i centri di ricerca, ha acquisito importanti finanziamenti per lo sviluppo di progetti per più di un miliardo e mezzo di euro, attraverso i bandi di Ricerca e sviluppo approvati dal Mite nel giugno 2022. Un eventuale cancellazione sarebbe in contrasto con la strategia di sviluppo già avviata, comportando ripercussioni gravi su tutto l’ecosistema e le filiere produttive legate allo sviluppo dell’idrogeno come vettore energetico“.
“L’eventuale revisione dei progetti – continua Nicoli – non sarebbe in linea con la programmazione europea, che ha raddoppiato gli obiettivi per l’idrogeno verde al 2030. Inoltre, bloccherebbe lo sviluppo tecnologico che riguarda la mobilità pubblica e privata, nonché dei veicoli commerciali pesanti. In ambito ferroviario, inoltre, le aziende statali hanno già fatto ordini per treni idrogeno, la cui implementazione sul territorio abilita lo sviluppo di HydrogenValley“.
“Auspico – conclude – che il nostro presidente Fedriga si faccia sentire con assoluta fermezza presso i ministeri interessati, affinché venga abbandonata la strada intrapresa dal Governo nazionale e che, allo stesso tempo, evidenzi e dimostri quanto di buono si sta facendo in Friuli Venezia Giulia sulla tematica. Ma anche come ha saputo cogliere l’importanza del progetto finalizzato a rafforzare la propria collaborazione nel settore dell’idrogeno con i Paesi di Slovenia e Croazia, avviando un processo unico nel suo genere a livello europeo per la costituzione di una Valle Idrogeno del Nord Adriatico. Preannuncio un’interrogazione al presidente Fedriga sull’argomento“.
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