Marta Bonucci , FASI.BIZ
03 Febbraio 2021
Alcuni progetti sono già avviati, altri attendono il varo definitivo: dalla Lombardia alla Sicilia, una mappa delle Hydrogen Valley italiane.
Alla luce della corsa globale all’idrogeno, si fa un gran parlare in questo periodo di Hydrogen Valley: un’espressione che torna tanto nella strategia nazionale per l’idrogeno – dove vengono definite come ecosistemi che includono sia la produzione che il consumo di idrogeno e che potranno inoltre fornire aree per la diffusione della molecola entro il 2030 – quanto nel Recovery Plan.
I progetti non mancano e riguardano l’intera Penisola.
La prima hydrogen valley italiana in Lombardia
In Lombardia la hydrogen valley è già un progetto palpabile che riguarda i trasporti ferroviari. La location scelta è la Valcamonica, nel dettaglio lungo l’asse ferroviario Brescia-Iseo-Edolo, dove da fine 2020 è partito il piano H2iseO di FNM e Trenord che fa leva sulla riconversione della linea ferroviaria non elettrificata – oggi percorsa da treni a motore diesel – a treni con trazione ibrida elettrica-Idrogeno.
Progetto ambizioso, che vede allargarsi di mese in mese l’elenco delle aziende aziende del settore energia disposte a collabotare con FNM: A2A e Snam per la fornitura di H2 destinato ad alimentare i nuovi mezzi ecosostenibili; Enel Green Power per studiare e individuare la migliore modalità di fornitura di idrogeno verde per la mobilità ferroviaria.
I progetti nel centro Italia
Si focalizza più sulla ricerca il progetto che ENEA ha presentato lo scorso anno al Ministero dello Sviluppo economico in vista della definizione del Recovery Plan.
Si tratta di creare una hydrogen valley presso il Centro di ricerche di Casaccia, alle porte di Roma. L’obiettivo della cittadella idrogeno-centrica sarebbe, da un lato, dimostrare la fattibilità e la possibilità di integrare tutte le tecnologie legate alla filiera idrogeno, dalla produzione allo stoccaggio fino all’uso finale; dall’altro, puntare a garantire la necessaria sicurezza e creare le basi perché la ricerca si traduca in applicazioni industriali.
Focus sulla mobilità per il progetto avviato a Terni che vede la collaborazione dell’impianto siderurgico AST con l’azienda di trasporti Busitalia.
Il progetto punta non solo sull’utilizzo dell’idrogeno per la mobilità – per cui potranno essere utilizzate le risorse messe a disposizione dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per l’acquisto di autobus a idrogeno e per la realizzazione delle infrastrutture necessarie, come la stazione di pompaggio e di distribuzione – ma prevede che AST metta a disposizione gratuitamente il surplus di idrogeno prodotto all’interno dell’area industriale e che viene utilizzato in fase di produzione, oltre all’area per la realizzazione della stazione.
In Sicilia nascerà il centro nazionale di alta tecnologia per l’idrogeno
Alla luce della sua posizione strategica nel Mediterraneo e dei collegamenti già esistenti con il Nord Africa, la Sicilia si candida a diventare un perfetto hub dell’idrogeno.
Sul piano progettuale, la giunta regionale ha varato un documento strategico con il quale viene delineato il percorso per rendere l’Isola un punto di riferimento internazionale delle ricerche sull’idrogeno.
“Stiamo ragionando con una visione strategica e di lungo periodo”, spiega l’assessore all’energia Alberto Pierobon. “L’idrogeno funge da elemento di congiunzione tra il settore del gas e l’energia elettrica e consente una trasformazione ‘verde’ dell’industria, senza modificare la logistica e la filiera. Ho già sentito tutti i colossi energetici, da Enea a Terna, Eni, Snam Enel, Gse e Cnr, acquisendo un corale appoggio all’iniziativa della Regione Siciliana”.