La Redazione, sulla base del Comunicato stampa Duferco
Nell’intervista a Il Sole 24 Ore di domenica 18 luglio, il presidente Antonio Gozzi ha affrontato i temi della decarbonizzazione e della transizione industriale.
Dialogando con Raoul de Forcade ha infatti presentato gli strumenti che ritiene necessari per rendere concreta la trasformazione attraverso un processo sostenibile, che superi i percorsi astratti che rischiano di soffocare l’industria. Secondo il presidente di Duferco Italia, la principale priorità è accompagnare nel processo di decarbonizzazione quei comparti industriali che altrimenti rischiano di non arrivare al 2030.
Per questo le istituzioni europee devono istituire un fondo per la transizione industriale che aiuti i settori più esposti a realizzare progetti di decarbonizzazione: diversamente, il rischio sono chiusure e delocalizzazioni.
Dalla Ue deve arrivare un industrial transition fund. L’Europa deve seriamente affrontare, predisponendo opportune risorse, un fondo per la transizione industriale che aiuti i settori più esposti a realizzare i progetti di decarbonizzazione. Perché la situazione in atto oggi presenta il rischio di chiusure e delocalizzazioni. È appena giunto il grido di dolore della ceramica, che dice che i suoi impianti vanno a gas e non si può elettrificare tutto e subito. C’è il rischio che produzioni che sono un’eccellenza assoluta del nostro Paese, se ne vadano. Vale per la ceramica ma anche per la carta e per i cementifici. L’elettrosiderurgia, che rappresenta l’80% dell’acciaio prodotto in Italia, è più avanti; però ha comunque forni di riscaldo a gas, che non si possono elettrificare.
Quindi ha bisogno di green fuel, come biogas o biometano. Si devono dunque fare investimenti in attesa che l’idrogeno diventi il vettore del futuro. Ma intanto bisogna arrivare al 2030.