“Classificazione, autoconsumo, garanzie d’origine, semplificazione degli iter, incentivi” secondo l’Amministratore Delegato Mazzoncini in audizione alla Camera.
Parlando in audizione alla X commissione Camera, Renato Mazzoncini – AD di A2A – afferma “C’è grande collaborazione con società come Enel, Eni, Snam e altre perché nessuno ipotizza ora di avere utili, quindi non c’è competizione ma una cooperazione che penso potrà produrre risultati”.
Mazzoncini descrive così l’approccio delle imprese energetiche italiane al tema idrogeno. Una tecnologia come è noto molto interessante, ma che richiederà del tempo prima di raggiungere la maturità necessaria e diventare un vero business, per lo meno nella sua configurazione “green”.
Inoltre, ha avanzato alcune proposte volte proprio a stimolare lo sviluppo dell’H2. Partendo peraltro da una più precisa “classificazione” che vada“oltre il green hydrogen” e arrivi al “clean hydrogen”, ossia quello prodotto non solo dall’ eolico e FV ma anche da altri impianti “quali l’idroelettrico e il geotermico”. Senza dimenticare la termovalorizzazione, che “per metà è riconosciuta come green” e che A2A intende utilizzare per il progetto in Valcamonica.
Per Mazzoncini occorre poi tenere conto della “evoluzione delle configurazioni di autoconsumo” con le conseguenti “esenzioni tariffarie per l’energia non prelevata dalla rete pubblica”. E’ necessario poi affrontare il tema delle garanzie d’origine per l’idrogeno prodotto non in prossimità degli impianti. Poi, lo spinoso tema della semplificazione degli iter amministrativi.
Infine gli incentivi, da riconoscere sia sul lato produzione/vendita “per compensare gli OPEX ad oggi preponderanti”, sia sul lato utilizzo per “supportare la riconversione delle tecnologie”.
Mazzoncini ha peraltro ricordato che “noi siamo sia produttori che consumatori potenziali di idrogeno” visto che A2A intende utilizzarlo anche nella produzione termoelettrica: “stiamo facendo gare per turbine pronte a un blending col gas naturale dal 30% al 70%”, ha concluso.