A Bruxelles, i ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea hanno trovato un’intesa sulla revisione della Legge Clima europea. L’accordo prevede un ammorbidimento delle condizioni di mercato, volto a garantire una maggiore flessibilità per gli Stati membri e per i settori economici più esposti alla transizione ecologica, mantenendo allo stesso tempo il taglio entro il 2040 delle emissioni nocive del 90% rispetto ai dati del 1990.
Nel quadro dell’accordo gli Stati membri hanno inoltre deciso di includere la possibilità di utilizzare crediti internazionali di carbonio di alta qualità per compensare parte delle emissioni. Questa quota passerà dal 3% proposto dalla Commissione al 5% delle emissioni nette dell’UE registrate nel 1990. Il meccanismo scatterà a partire dal 2036, come delineato dall’esecutivo Ue, ma è previsto un periodo pilota tra il 2031 e il 2035 per testarne l’efficacia e la sostenibilità.
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Per raggiungere il target del 2040, sarà fondamentale valorizzare il ruolo dei carburanti a zero o basse emissioni di carbonio, inclusi quelli rinnovabili, nella decarbonizzazione del settore dei trasporti, soprattutto quello su strada dopo il 2030. L’accordo prevede anche misure concrete di supporto ai produttori di veicoli pesanti, affinché possano rispettare gli obiettivi ambientali, tenendo conto delle specificità industriali europee.
Approvazione da parte dell’Italia che secondo il Ministro del MASE Pichetto Fratin “ha contribuito in modo costruttivo alla definizione della nuova Legge Clima europea e del nuovo NDC, lavorando con la Presidenza, la Commissione e gli Stati Membri per un testo che sostenga un percorso ambizioso ma realistico di riduzione delle emissioni”.
“Coerentemente con la posizione più volte espressa dal Presidente Meloni”, prosegue Pichetto, “l’Italia ha ribadito che la transizione ecologica deve essere fondata su neutralità tecnologica, pragmatismo e sostenibilità economica e sociale, evitando approcci ideologici e obiettivi irraggiungibili. L’Europa inizia a muoversi su basi più scientifiche e meno ideologiche, riconoscendo il valore di tutte le tecnologie utili a ridurre le emissioni e a rafforzare la nostra autonomia energetica e industriale”.








