Shell ha annunciato la chiusura di tre stazioni di rifornimento di idrogeno per veicoli leggeri nel Regno Unito, aperte tra il 2017 e 2019 usufruendo in parte dei fondi stanziati dalla Clean Hydrogen Patnership (allora chiamata European Fuel Cell Hydrogen Joint Undertaking).
La motivazione sarebbe la non sostenibilità del progetto, data l’attuale mancanza di mezzi privati alimentati a idrogeno sulle strade inglesi: “Abbiamo investito oltre 2 milioni di sterline all’anno per gestire le nostre piccole stazioni, ma abbiamo deciso che non è sostenibile continuare a fare questo investimento” ha dichiarato il colosso petrolifero nel comunicato stampa.
Questa mossa, però, non rappresenta in alcun modo un addio all’idrogeno da parte della compagnia; al contrario, Shell ha comunicato uno studio di fattibilità per realizzare, sempre in UK, nuove stazioni di rifornimento per veicoli pesanti a lungo raggio dotati di celle a combustibile. Lo studio sarebbe in linea con il progetto, annunciato ad inizio 2022 in collaborazione con Uniper, volto alla produzione di idrogeno blu all’interno della centrale elettrica di Killingholme, nell’Inghilterra orientale.
L’idrogeno blu, prodotto tramite un impianto dalla capacità di 720 MW, sarà impiegato dai due partner per accelerare la decarbonizzazione dell’industria pesante, dei trasporti e per il riscaldamento di edifici pubblici nella regione di Humber.
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