25 febbraio, 2021
Nicolò Fagone La Zita – Corriere della sera
Punch accelera sull’idrogeno e potenzia la fase di ricerca e sperimentazione delle sue tecnologie. Si parte con 2 milioni, 25 ingegneri, e la creazione di «Punch Hydrocells», nuova società che rientrerà nella sede di corso Castelfidardo. E intanto tratta con il Comune per dar vita a un progetto sul trasporto pubblico pulito (domani 26 febbraio ci sarà l’incontro con la sindaca Chiara Appendino), sulla falsariga di quanto accaduto in Emilia Romagna. Giusto un mese fa infatti è partito il primo e più importante progetto in Italia per l’utilizzo dell’idrogeno come combustibile per i mezzi pubblici.
Merito di una partnership a cinque che lega il polo di eccellenza motoristica torinese ad Avl Italia, Industria Italiana Autobus, la reggiana Landi Renzo e l’azienda di trasporto locale bolognese Tper. In una parola H2-Ice, la prima filiera italiana che punta a realizzare entro l’inizio del 2023 un bus a idrogeno con motore diesel. Ovviamente la casa madre di Punch è straniera, belga per l’esattezza, ma le competenze per affrontare la scommessa sono tutte «Made in Italy». I 25 supertecnici si concentreranno sull’intelligenza artificiale, elettronica di controllo e ingegneria meccanica, con un’attenzione particolare all’uso di energie rinnovabili. La nuova azienda si affiancherà a Punch Torino, contando dunque sul supporto di altri 700 dipendenti specializzati.
«Crediamo molto nel settore dell’idrogeno — ha affermato Guido Dumarey, fondatore del gruppo — per questo abbiamo deciso di costituire una società dedicata, per coglierne appieno il potenziale di crescita». E così a un anno dall’acquisizione del centro dell’ex General Motors, l’era dell’H2 inizia a prendere forma. Scommettere sull’idrogeno per Punch significa riaprire i giochi con la Cina e l’Europa, troppo indietro sull’elettrico, può puntare sul suo robusto curriculum nel campo dei motori a combustione per recuperare terreno. Proprio per questo il gruppo ha scelto Torino per iniziare lo sviluppo. Un progetto a lungo termine, dove lo stanziamento iniziale servirà a convertire alcune sale del centro di ingegneria.
«Si tratta di uno dei primi passi che consentiranno al gruppo di espandere il proprio business in uno dei settori più promettenti della transizione energetica — afferma Pierpaolo Antonioli, CEO di Punch Torino — ma sarà anche uno degli elementi complementari ad uno sviluppo industriale in cui crediamo e che vedrà in futuro ulteriori rafforzamenti e diversificazioni».
Merito anche di un bilancio in ordine, con soli due giorni di chiusura causa Covid. «Questa è la risposta del gruppo al tema dello sviluppo sostenibile — commenta Stefano Caprio, COO di Punch Hydrocells — che orienterà le decisioni dei governi, le strategie di investimento e ridefinirà il modo di operare delle industrie. Una rivoluzione che si può ignorare o in cui si può decidere di investire. Noi crediamo in un futuro ad emissioni zero, dove l’energia proverrà da fonti rinnovabili e avrà nell’idrogeno verde uno dei suoi principali vettori».
La via verso un futuro sostenibile è una strada a più corsie, e Punch ha scelto quella dell’idrogeno per sfidare il mondo dell’elettrico.