La rivista scientifica Joule – Cell Press ha recentemente pubblicato uno studio condotto da un gruppo di ricerca dell’Università di Trieste relativo a un processo innovativo di trasformazione di biomasse in vettori organici liquidi di idrogeno.
Lo studio, condotto in collaborazione con un team internazionale, ha dimostrato come produrre materiali fotocatalitici in grado di utilizzare efficacemente la luce solare per trasformare biomasse, in un processo complesso, in vettori organici liquidi di idrogeno quali l’acido formico e l’aldeide formica, ovvero molecole che possono essere poi facilmente trasformate in idrogeno. Queste molecole, oltre ad essere facilmente trasportabili attraverso le infrastrutture esistenti, sono in grado di rilasciare idrogeno sotto uno stimolo termico o luminoso, mediante un apposito catalizzatore. Riuscire ad identificare nuovi materiali fotocatalitici garantirebbe una soluzione ideale per ridurre i costi e le problematiche nel trasporto di idrogeno gassoso.
Il team è composto dai professori Paolo Fornasiero e Tiziano Montini (Università di Trieste, Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali INSTM, e Istituto ICCOM-CNR), Feng Wang (Dalian Institute of Chemical Physics, Chinese Academy of Sciences) ed Emiliano Fonda (Synchrotron SOLEIL, finanziatrice del progetto).
Tiziano Montini, professore associato di chimica generale e inorganica presso l’Università di Trieste, ha dichiarato: “Lo stadio fondamentale del processo messo a punto nel nostro studio è stata la comprensione della struttura dei materiali fotocatalitici impiegati, e l’ottimizzazione delle loro prestazioni fotocatalitiche ottimizzando temperatura e atmosfera di reazione. Per far ciò è stato anche necessario l’utilizzo di sofisticate tecniche di caratterizzazione spettroscopiche che hanno coinvolto il Dr. Emiliano Fonda, responsabile linea SAMBA del sincrotrone SOLEIL e già laureato all’Università di Trieste“.
Feng Wang, professore al Dalian Institute of Chemical Physics, ha commentato: “Le biomasse (circa 120 miliardi di tonnellate di materia secca per anno), inclusi i residui agricoli e gli scarti forestali rappresentano una grande opportunità per una transizione energetica in quanto possono essere trasformate anche in idrogeno, a patto di possedere tecnologie di trasformazione sufficientemente efficaci. Mentre i processi termici sono rapidi ma energivori, quelli biotecnologici possono essere lenti e occupare volumi importanti. I processi fotocatalitici che sfruttano la luce fino ad oggi si sono dimostrati ancora poco efficienti e non risultano sempre sostenibili”.
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