Belhassen Chiboub, direttore generale dell’Elettricità e della Transizione Energetica del Ministero dell’Industria, ha dichiarato che la Tunisia esporterà in Europa tra le 5,5 e le 6 milioni di tonnellate di idrogeno verde, entro il 2050.
La Tunisia, come tutto il nord Africa, mira a diventare uno dei maggiori HUB di produzione mondiali di idrogeno verde, grazie all’abbondante quantità di fonti rinnovabili (eolico ma soprattutto solare). Contando anche Algeria e Libia, la quantità totale di idrogeno verde esportata in Europa nei prossimi decenni ammonterà a circa 11 milioni di tonnellate.
“La Tunisia dispone delle risorse necessarie per produrre idrogeno verde a costi competitivi nel breve e medio periodo e diventare fornitore dell’Europa”, afferma Chiboub.
La strategia del paese nordafricano è ora quella di creare una rete infrastrutturale capace di trasportare idrogeno verde dalle località di Gabès e Tataouine sino alla regione nord orientale di Cap-Bon, ovvero la penisola che si affaccia sulla Sicilia. L’ostacolo, però, sono i costi di realizzazione. Oltre all’infrastruttura, la produzione di tonnellate di idrogeno verde all’anno richiederà investimenti pari a 25 milioni di dollari; un costo che il paese non può affrontare da solo. Data la scarsità di acqua in Tunisia, fonte principale per la produzione di idrogeno verde, lo Stato intende installare impianti di desalinizzazione nel sud e nell’entroterra, in particolare a Mahdia e Gabès.
“Oggi puntiamo a impianti di desalinizzazione con una capacità produttiva di 200.000 metri cubi di acqua al giorno– conclude Belhassen Chiboub – per soddisfare il fabbisogno nazionale di acqua potabile. Un impianto di desalinizzazione con una capacità di 200 metri cubi al giorno produce otto milioni di tonnellate di idrogeno all’anno“.