Scontro tra Spagna e Francia sul ruolo dell’idrogeno rosa, ovvero quello ricavato dall’elettricità di origine nucleare. Ad inizio 2023 la Francia, a capo dell’alleanza europea sul nucleare con circa 20 centrali attive, aveva convinto la Commissione ad adottare una definizione più generale di idrogeno verde, in modo tale da includere quello rosa nella classificazione “low carbon”.
Una questione tutt’altro che semplice considerando che questi parametri serviranno a definire gli obiettivi europei di decarbonizzazione dei settori hard to abate come l’acciaio, il vetro, il cemento e, naturalmente, i trasporti pesanti.
A tal proposito, i leader del G7 si sono recentemente incontrati in Giappone per sottolineare l’importanza dell’idrogeno nei processi di decarbonizzazione globali.
Se quindi da una parte il governo francese spinge sull’idrogeno rosa, dall’altra quello di Pedro Sanchez, leader dell’energia solare ed eolica, si dichiara assolutamente contrario minacciando di tagliare le forniture di energia se Parigi dovesse continuare su questa direzione. “Non siamo disposti a compensare la domanda interna di elettricità se utilizza le sue centrali per produrre idrogeno – ha commentato Teresa Ribera, Ministro della Transizione Energetica – sarebbe una vera follia. Non accettiamo che l’idrogeno rosa sia considerato verde”.
Il Ministro ha inoltre ricordato gli sforzi compiuti per aiutare la Francia a superare i recenti problemi di approvvigionamento energetico, anche a causa dei lavori di manutenzione sulle proprie centrali. Per soddisfare la domanda energetica del paese limitrofo, il governo spagnolo è dovuto ricorrere malvolentieri ai combustibili fossili: “Siamo stati costretti a esportare al massimo della nostra capacità, producendo elettricità oltre la nostra capacità di energia rinnovabile e quindi utilizzando più gas di quanto avremmo voluto”.
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