Presente alla Hydrogen Expo 2023 di Piacenza, la Regione Puglia ha fatto il punto della situazione riguardo la realizzazione della Hydrogen Valley Pugliese illustrando la propria strategia #H2Puglia2030.
Lo scorso Marzo 2023, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) aveva reso nota la graduatoria dei progetti ammessi ai finanziamenti del Pnrr per la realizzazione delle Hydrogen Valleys italiane all’interno delle aree industriali dismesse. Ad aggiudicarsi la prima posizione è stata la Regione Puglia, con 17 progetti ritenuti idonei e ammissibili a un finanziamento di 40 milioni di euro. Di questi progetti 4 saranno totalmente finanziabili, 1 parzialmente e 12 non finanziabili.
L’obiettivo è realizzare entro il 2030 una Hydrogen Valley Pugliese già operativa e di grandi dimensioni (no attività dimostrative), in grado di abbracciare l’intera area regionale con investimenti mirati sulla base delle specificità territoriali:
- Nell’area Nord della regione gli investimenti saranno collegati al tema del bilanciamento della rete per la presenza di un problema di sovrapproduzione da fonti rinnovabili (la Puglia è infatti prima in Italia per produzione eolica);
- Al Centro, l’area più densamente popolata, gli investimenti riguarderanno soprattutto il tema della mobilità;
- Nell’area Sud gli investimenti riguarderanno, invece, l’uso dell’idrogeno nei settori industriali altamente energivori.
La strategia di sviluppo al 2030 si basa su cinque diversi ambiti: Produzione, stoccaggio e distribuzione dell’idrogeno, Utilizzo dell’idrogeno nei settori Hard-to-abate, Mobilità e trasporti, Filiera manifatturiera, ricerca, sviluppo e innovazione, Azioni trasversali.
Produzione, stoccaggio e distribuzione.
Verranno installati impianti addizionali per la produzione di energia elettrica rinnovabile e asserviti in via principale, o esclusiva, alla produzione di idrogeno verde all’interno delle aree industriali dismesse. E’ previsto il minimo utilizzo di acqua potabile attraverso processi di dissalazione dell’acqua di mare e il riuso dei fanghi e acque reflue.
Saranno sviluppate nuove tecnologie di stoccaggio dell’idrogeno ed integrate con fonti di energia rinnovabile, al fine di promuovere la filiera regionale dell’idrogeno verde.
Per quanto riguarda il trasporto, sono già stati avviati da Snam progetti relativi alla conversione delle reti gas per l’uso di idrogeno e alla realizzazione di nuovi idrogenodotti. Per raggiungere l’obiettivo 2030 di miscelazione dell’idrogeno nella rete di trasporto del gas pugliese è possibile stimare di raggiungere 20-25 mila tonnellate di idrogeno l’anno, di cui 6 mila tonnellate miscelate nelle reti di distribuzione e la
restante parte nelle reti di trasmissione.
La Regione, inoltre, realizzerà una rete di nuovi impianti di distribuzione di idrogeno per il trasporto ferroviario e stradale. Dove possibile, si opterà su un modello basato da elettrolizzatori vicini al consumatore finale, al fine di ridurre al minimo i costi e gli impatti ambientali dovuti al trasporto di idrogeno.
Utilizzo dell’idrogeno nei settori Hard-to-abate.
Il piano prevede la progressiva sostituzione dell’idrogeno grigio, attualmente usato da imprese regionali del settore chimico e petrolchimico, con idrogeno verde, espandendo il suo impiego anche a tutte le industrie hard-to-abate.
Il settore siderurgico rappresenta il primo settore industriale nella regione per consumi elettrici (circa 3.200 MWh) coprendo quasi il 20% dell’intero consumo elettrico pugliese. In seconda posizione, invece, troviamo l’industria chimica con circa 1.000 MWh.
Un esempio rilevante sarà l’impiego sempre maggiore dell’idrogeno all’interno del polo siderurgico di Taranto dove è possibile ipotizzare, in prima battuta, l’utilizzo di circa 8/9 mila tonnellate di H2 all’anno. Qui sarà prodotto DRI (Direct Reduced Iron) o preridotto in impianti alimentati a idrogeno e gas naturale capaci di consentire l’utilizzo di forni siderurgici elettrici per ottenere acciaio green.
Mobilità e trasporti.
Le tecnologie di propulsione a idrogeno interesseranno il trasporto pubblico, soprattutto per le tratte a lunga percorrenza, le flotte commerciali del trasporto merci e anche in parti della rete ferroviaria non elettrificata. Pochi mesi fa la Regione Puglia aveva ricevuto dal MIT 37 milioni di euro per avviare la sperimentazione dell’idrogeno lungo la linea ferroviaria Lecce-Gallipoli, Novoli-Gagliano e Casarano–Gallipoli. Di questi 37 milioni: 13,4 saranno destinati per nuovi impianti di produzione, stoccaggio e rifornimento, mentre i restanti 24 milioni per l’acquisizione di materiale rotabile alimentato a idrogeno. L’obiettivo finale è quello di sostituire tutti i locomotori a diesel sulle tratte non elettrificate entro il 2050.
Per quanto riguarda la mobilità pesante sarà acquistata una flotta di autobus a idrogeno in tutte le provincie per il trasporto pubblico urbano e turistico. Entro il 2030 saranno inoltre convertiti 35 veicoli TPL e treni per un consumo di idrogeno pari a 700 tonnellate all’anno.
La Regione Puglia prevede di sostituire il parco mezzi pesanti all’interno dei terminal portuali con truck, autovetture o mezzi di logistica portuale alimentati ad idrogeno.
Filiera manifatturiera, ricerca, sviluppo e innovazione.
La costituzione della Hydrogen Valley Pugliese porterà necessariamente alla creazione di una filiera locale dedicata alla componentistica dell’idrogeno, fortemente connessa con il mondo della ricerca e in grado di stimolare lo sviluppo dell’indotto. In base alle previsioni, gli investimenti in programma potrebbero determinare un numero di occupati stimabili alle 20.000 unità, a cui andrebbe aggiunto l’impatto occupazione per la realizzazione degli impianti FER a servizio degli elettrolizzatori.
Azioni trasversali.
Parallelamente ai progetti infrastrutturali, la Regione avvierà un percorso di crescita delle proprie competenze scientifiche, tecniche e professionali operanti nella filiera dell’idrogeno, instaurando un dialogo aperto con stakeholder nazionali ed internazionali. Si punterà tanto anche sulla formazione universitaria attraverso la creazione di nuove esperienze formative a stretto contatto con il mondo industriale e la partecipazione a networks regionali, nazionali ed internazionali.