Il consorzio del Progetto Acorn, guidato da easyJet, ha condotto con successo il primo rifornimento di idrogeno per attrezzature di supporto al suolo (GSE) all’interno dell’Aeroporto di Bristol, nel Regno Unito.
Si tratta di un passo in avanti importantissimo per dimostrare l’affidabilità dell’idrogeno come combustibile alternativo e pulito in ambito aeroportuale.
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L’obiettivo è utilizzare i dati raccolti dai test per identificare gli standard di best practice del settore, fornire orientamenti agli aeroporti, alle compagnie aeree, alle autorità locali e di regolamentazione sui cambiamenti infrastrutturali richiesti, sostenendo lo sviluppo di un quadro normativo per l’uso dell’idrogeno negli aeroporti.
Oltre a easyjet, i partner del progetto sono: Cranfield Aerospace Solutions, Cranfield University, Connected Places Catapult (CPC), DHL Supply Chain, Fuel Cell Systems, l’istituto di ricerca IAAPS, Jacobs, Mulag e TCR.
Il Progetto Acorn
Nelle settimane precedenti ai test sul campo il consorzio ha condotto delle prove operative in un ambiente sicuro e controllato presso la Cranfield University.
Lo step successivo ha riguardato l’installazione nel sito prova di bombole contenenti idrogeno e un impianto di rifornimento hyQube, progettati e forniti dall’azienda Fuel Cell Systems Ltd.
Premendo un semplice pulsante, hyQube ha pompato idrogeno gassoso dalle bombole ai serbatoi H2 del trattore per bagagli GH2 progettato da Mulag. Questo veicolo monta delle celle a combustibile PEM sviluppate da Globe FC.
L’impianto ha interrotto autonomamente l’erogazione di idrogeno non appena i serbatoi hanno raggiunto la pressione massima di 350 bar, in soli tre minuti.
Con un pieno completo di idrogeno il veicolo è stato in grado di operare per circa 3 ore prima di aver bisogno di altro carburante.
I commenti
David Morgan, Chief Operating Officer di easyJet, ha dichiarato: “È senza dubbio che l’idrogeno sarà un combustibile importante del futuro per l’aviazione a corto raggio, come dimostrato dal tasso di innovazione che stiamo vedendo”.
“Mentre la tecnologia sta avanzando a un ritmo entusiasmante, poiché l’idrogeno non viene utilizzato nell’aviazione commerciale oggi, attualmente non ci sono linee guida normative su come può e dovrebbe essere utilizzata, e quindi prove come questa sono molto importanti nella costruzione del caso di sicurezza e nella fornitura di dati critici e approfondimenti per informare lo sviluppo del primo quadro normativo del settore”.
“Ciò garantirà che la regolamentazione non solo tenga il passo con l’innovazione, ma soprattutto supporterà anche l’industria nel raggiungere i suoi obiettivi di decarbonizzazione entro il 2050”.
Anthony Browne, Ministro dell’Aviazione, la Decarbonizzazione e i Trasporti, ha commentato: “Il progetto Acorn è un grande esempio del settore dell’aviazione del Regno Unito che spinge i confini di ciò che è possibile – utilizzando l’ingegneria leader per rendere la decarbonizzazione una realtà dall’operazione a terra agli stessi aerei”.
“I progetti innovativi come questo sono cruciali per raggiungere il nostro obiettivo, stabiliti nella strategia Jet Zero delle operazioni aeroportuali a emissioni zero entro il 2040”.
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