Con la firma del decreto di concessione, Ansaldo Green Tech e l’Università di Genova danno ufficialmente inizio a NEMESI, il progetto volto allo sviluppo di elettrodi e membrane innovativi per la produzione di idrogeno mediante elettrolizzatori AEM di taglia industriale.
Presentato lo scorso Maggio 2022, NEMESI rientra nell’ambito della Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, Componente 2 “Energia Rinnovabile, Idrogeno, Rete e Mobilità Sostenibile”, Investimento 3.5 “Ricerca e Sviluppo sull’Idrogeno” del Piano Nazionale di Riprese e Resilienza.
Il progetto, dal valore di 4 milioni di euro, sarà guidato da Ansaldo Green Tech in collaborazione del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale (DICCA) della Scuola Politenica dell’Università di Genova. I componenti sperimentali saranno realizzati e testati presso i nuovi laboratori della sede manifatturiera del Gruppo Ansaldo Energia e dell’Università.
Daniela Gentile, Amministratore Delegato di Ansaldo Green Tech, ha dichiarato: “Questo progetto segna il ritorno del gruppo Ansaldo Energia nello sviluppo di componenti elettrochimici, dopo la precedente esperienza di Ansaldo Fuel Cell. Nemesi rappresenta per Ansaldo Green Tech il primo passo del percorso per diventare, nel giro di pochi anni, Original Equipment Manufacturer nel settore dell’elettrolisi”.
Federico Delfino, Rettore dell’Università di Genova, ha commentato: “L’Agenda 2030 rende imperativo agire efficacemente e prontamente a favore della transizione ecologica. L’impegno congiunto di Ansaldo Green Tech e dell’Università di Genova rappresenta un segnale concreto in questa direzione oltre che essere un esempio vincente di sinergia ricerca-industria. Il nostro Ateneo è sensibile ai temi di energia rinnovabile e, in generale, di sostenibilità, riservando a essi ampio spazio nella formazione, nella ricerca e nelle attività di terza missione”.
Ombretta Paladino, responsabile scientifico del progetto per l’Università, ha affermato: “Rispetto alle più tradizionali tecnologie, gli elettrolizzatori AEM riducono sensibilmente l’utilizzo di materiali critici quali platino e iridio, risultando quindi potenzialmente più competitivi, e non lavorando in ambiente alcalino anche più sicuri e rispettosi dell’ambiente. Il progetto si basa sull’integrazione di attività di ricerca applicata mediante lo sviluppo e prova di nuovi materiali e la progettazione ed esecuzione di campagne sperimentali orientate allo scale-up su postazioni di prova di dimensioni differenti realizzate all’interno dei laboratori”.
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